Nel giro di cinque minuti Don Gino Flaim ha vanificato il solerte impegno del Papa, della curia e del Sant’Uffizio Stampa nel far credere a tutti che la Santa Romana Chiesa non sia il vivaio di pedofili che in realtà è.
Intervistato dai microfoni di La7, il parroco 75enne ha rotto il supremo giuramento del culto monoteistico più in voga in occidente: ha detto quello che pensa. “La pedofilia posso capirla, l’omosessualità non lo so. Perché purtroppo ci sono bambini che cercano affetto che non hanno in casa e qualche prete può anche cedere. Siamo umani e le malattie vengono”. Il disastroso tentativo di giustificare un crimine contro i minori ha spazzato via la cortina di nebbia tossica così ben diffusa dal Vaticano per offuscare le fiacche menti dei fedeli. Ma come? Abbiamo mandato via Ratzinger, vi abbiamo distratti col pontefice clown e ora un Gino qualunque ci sputtana in tv? La reazione dei mercati è immediata, crolla l’interesse degli sponsor e le vendite dei sacri gadget registrano un calo improvviso.
Anche la reazione della curia di Trento non si è fatta attendere e Don Gino è stato mandato in vacanza all’estero insieme ai suoi amici con la passione per i bambini. Il parroco, che alle spiagge assolate preferisce il caffè corretto alla vodka, ha commentato così: “se ho detto qualcosa di grave l’ho detto senza saperlo (…) dirò la mia predica al bar, dove la gente mi conosce, mi ascolta e non ho mai dato scandalo”. Ma ecco il gran finale da martire: “pazienza, è stato messo in croce anche Gesù Cristo”, che sicuramente da bambino offriva attenzioni non richieste ai re magi.