Il 15 settembre 1815 è un giorno speciale per gli ammiratori di Goethe, perché, proprio in questo giorno, il poeta regalò a una donna amata, Marianne Willemer, una foglia di Ginko (o Ginkgo). Goethe si trovava al Mulino dei Conciatori, ospite del suo amico Johann Jakob Willemer, amante della giovane donna.
Non conosciamo il grado della intimità di Goethe e Marianne, entrambi hanno sempre custodito il loro segreto, ma è a lei che il poeta dedica alcune tra le sue più belle poesie ed è certamente a lei che regala la foglia di Ginkgo, ispiratrice della strofa centrale di una sua famosa lirica. Il simbolismo di questa foglia colpisce profondamente Goethe ( “È una cosa viva che in se stessa si è divisa? O sono due, che hanno scelto le si conosca in una?”) che vi ravvisa la dualità dell’uomo, nella sua divisione fra femmina e maschio e diventa così l’emblema di due amanti che si uniscono nell’amore.
Considerato un “fossile vivente”, il Ginkgo Biloba, originario della Cina, si distingue da tutti gli altri alberi per la forma delle sue foglie: un ventaglio con nel mezzo una cesura più o meno profonda. Il termine “ginkgo” deriva dal giapponese Yin-kuo, che significa “albicocca d’oro”, “biloba” si riferisce, invece, alla forma della foglia, a 2 lobi. È considerato un albero leggendario, vecchio più di 250 milioni di anni e che ha resistito addirittura al bombardamento atomico di Hiroshima. Oltre a essere considerato l’albero più vecchio presente sulla Terra, è anche uno dei più longevi, dal momento che può raggiungere i 1000 anni. Per questo, in Giappone, è considerato un albero sacro, spesso presente nelle vicinanze dei templi e conservato proprio grazie alle cure dei monaci buddisti.
Per quanto riguarda le proprietà terapeutiche ha una potente azione fluidificante sulla circolazione sanguigna. Per questo motivo, il Ginkgo Biloba, viene utilizzato per prevenire, ovviamente sotto stretto controllo medico, il rigetto degli organi trapiantati e la formazione di emboli. Il Ginkgo aiuta anche l’ossigenazione dei tessuti con benefici effetti, in particolare, sull’irrorazione sanguigna dei tessuti cerebrali. Incrementa la concentrazione, la memoria a breve termine e le facoltà cognitive è, quindi, particolarmente indicato per gli anziani che spesso soffrono di disturbi della memoria o arterosclerosi. Studi sperimentali ne attestano l’efficacia nella cura del morbo di Alzheimer. La proprietà vaso protettrice lo rende molto utile in tutti i casi di cattiva circolazione, come emorroidi e geloni. E’ anche un ottimo antiossidante, perché attiva il metabolismo cellulare e protegge il cervello e il sistema nervoso dai danni provocati dai radicali liberi, contrastando l’invecchiamento.