Non lo sapevano nemmeno loro…. “Ma chi gliel’ha detto?” ha chiesto incredulo il poliziotto della Stradale che poco prima, alle affermazioni della giornalista di Repubblica, aveva risposto con un secco “Non è vero!”. Quando, però, Silvia Bonaventura, che racconta l’episodio su Repubblica on line del 31 0ttobre all’interno di una ampia e approfondita inchiesta, ha fatto presente che la notizia proveniva dall’UCI (Ufficio Centrale Italiano www.ucimi.it) “si sono messi a cercare tra le circolari, ci hanno passato gli uffici competenti e ci hanno dato – purtroppo – ragione”.
Lei è senza assicurazione?!? Bene… vada pure .
Si tratta, dice ancora Silvia Bonaventura, di un fenomeno completamente nuovo che si basa sulle auto immatricolate in alcuni Paesi europei come: Andorra, Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Croazia, Danimarca e Isole Faroer, Estonia, Finlandia, Francia e Principato di Monaco, Germania, Grecia, Irlanda, Islanda, Lettonia, Liechtenstein, Lituania, Lussemburgo, Malta, Norvegia, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Regno Unito di Gran Bretagna e d’Irlanda del Nord (e le isole de la Manica, Gibilterra, l’Isola di Man), Repubblica Ceca, Repubblica Slovacca, Slovenia, Romania, Spagna (Ceuta e Mililla), Svezia, Svizzera e Ungheria. Per queste auto l’obbligo della copertura assicurativa Rca, per la durata della permanenza in Italia, si considera assolto (cioè non esiste). Lo afferma l’articolo 5 del Decreto Ministeriale n.86 del 1° aprile 2008. A quegli automobilisti, quindi, non sono richiesti documenti, né sono previsti particolari controlli specifici relativi alla copertura assicurativa. La collega dell’autorevole testata milanese dice che sembra incredibile , ma “non è un pesce d’aprile..”.
Figli e figliastri
Se un automobilista italiano, dice sempre la Bonaventura, non è assicurato, scatta il sequestro del veicolo e una multa tra gli 841 e i 3.366 euro (articolo 193 del Codice della strada). Poi, per riprendere l’auto, quell’automobilista dovrà: stipulare una polizza, pagare la sanzione del dissequestro, recarsi all’ufficio verbali, mostrare i documenti all’agente e solo allora potrà rientrare in possesso del mezzo. Se poi si tratta di un contrassegno risultato falso, per l’automobilista scatta anche la denuncia penale, che potrà evitare solo dimostrando che è stato vittima di un raggiro. Ebbene per un automobilista danese o di uno dei Paesi sopra elencati non è così. Alla richiesta di documenti da parte del poliziotto, il cittadino danese, visto che non c’è l’obbligo di traduzione dei documenti dei veicoli (sic) potrebbe anche mostrare il certificato di matrimonio o quello della prima comunione…..
Tutto questo in un’Europa cosiddetta unita, ma con differenze enormi da Paese a Paese sulle regole della circolazione stradale. “Ci sono casi di vetture intestate a ditte operanti all’estero che vanno e vengono impunemente. Niente scocciatura assicurazione, niente scocciatura tassa di circolazione, niente scocciatura multe varie… C’è anche un aumento delle vetture portate dall’estero intestate a imprese di italiani”.
Si domanda la collega in conclusione: “invece di aumentare le multe agli italiani per far cassa (l’ultimo è del 5,9% a gennaio 2013), perché non creiamo una banca dati delle violazioni degli stranieri per costringerli a pagare le sanzioni sia che rimangano sul territorio, sia che escano dal paese e tornino con quel veicolo in Italia, anche dopo mesi? Le tecnologie per farlo ci sono. Basterebbe volerlo”
Ci uniamo alla legittima, quanto elementare proposta, se non altro per non essere e non continuare ad essere quei “fessi” che stanno sempre alle regole….
E con gli stranieri in regola? Una via crucis !
Tutti sanno, anche perché lo abbiamo scritto più volte su queste colonne, come funzionano i risarcimenti (diretti e indiretti) tra auto Italiane regolari. Ma con gli stranieri ? Ecco le tappe della… via crucis:
1 – Prima bisogna verificare se l’auto che ha causato l’incidente in Italia è immatricolata in uno dei paesi dello Spazio economico europeo più altri tre convenzionati.
2 – Una volta accertato questo, si dovrà inviare una raccomandata all’UCI (ufficio Centrale Italiano www.uci.mi) che contenga tutti (proprio tutti) i dati dell’incidente e delle persone coinvolte.
3 – Una volta ricevuta la raccomandata, l’Uci provvederà a incaricare il corrispondente nominato dalla Compagnia di assicurazione
4 – e se i dati forniti non permettono di individuare la compagnia del veicolo estero, l’Uci “svolgerà accertamenti nel Paese di immatricolazione del veicolo, sia per rintracciare la Compagnia assicuratrice sia per verificare se, in mancanza di un ente assicuratore, esistano i presupposti per applicare la Direttiva 166/72”.
5 – Se , invece, l’incidente si è verificato all’estero con un veicolo estero, ma in uno dei Paesi del Sistema Carta Verde (se si è vittime), ci si dovrà rivolgere al rappresentante nominato in Italia dalla compagnia assicuratrice del responsabile del sinistro.
6 – Per conoscere nome e indirizzo di tale rappresentante (mandatario), va inviata apposita richiesta al Centro di Informazione istituito presso Ivass indicando in modo chiaro tutti (proprio tutti) gli elementi utili a risalire ai soggetti interessati.
E se tutto va bene , i tempi per il risarcimento sono:
se accaduto in Italia, più o meno 3 mesi, se accaduto all’estero molto, molto di più.
Ma torniamo alle Ghost Car
Il nome proviene dall’operazione delle Polizia dello Stato dopo parecchi mesi di indagini svolte dai 19 compartimenti della stradale su tutto il territorio nazionale.
Ci troviamo di fronte a un fenomeno nuovo, serio, pericolosamente allarmante e molto grave, che conta più di 150.000 mezzi, ma che si sta allargando a macchia d’olio . Si tratta di veicoli con parti meccaniche difettose e pneumatici vecchi e usurati che non hanno mai visto una benché minima revisione. Veicoli, anche di grosse cilindrate o con motori truccati che, lanciati a velocità folli da guidatori, spesso sotto l’effetto di sostanze stupefacenti ed alcoliche, effettuano manovre azzardate, ma che, soprattutto, possono provocare incidenti gravissimi dei quali non risponderanno mai. Insomma veri e propri criminali che alimentano pericolosamente il triste primato italiano delle auto che viaggiano senza assicurazione (quattro milioni), ma soprattutto gli incidenti stradali. In Italia, infatti, il numero di incidenti per milione di abitanti è maggiore del 7% rispetto alla media europea (nel 2012 ci sono stati 62 incidenti per milione di abitanti, contro i 55 della media UE) e del 40% rispetto a Paesi come la Germania e la Spagna.
Il Fondo vittime della strada è in “rosso”
Essere vittime di un incidente provocato da un criminale alla guida di una Gost Car o da un pirata della strada o da un auto non identificata o non assicurata , significa farsi risarcire dalla Consap (http://www.consap.it, .Trovate le varie modalità dei risarcimenti anche tra i documenti correlati) con il “Fondo di garanzia per le vittime della strada” creato con la nascita dell’assicurazione obbligatoria nel 1969 (non ci sarebbe, se non ci fosse l’obbligo a contrarre tanto vituperato e spesso…. eluso dalle compagnie assicurative).
Il Fondo è sotto la vigilanza del Ministero dello Sviluppo Economico e della Consap, ed è composto da rappresentanti del Ministero dello Sviluppo Economico, del Ministero dell’Economia e delle Finanze, dell’Ivass, delle imprese di assicurazione e dei consumatori.
Grazie (si fa per dire) ai recentissimi fenomeni dei milioni di auto non assicurate, dei pirati della strada e adesso dei criminali delle Gost Car, quest’anno, per la prima volta dalla sua costituzione, questo Fondo è in passivo. Ragione di più per un intervento urgente da parte del governo sulle regole della Rca anche con la parificazione delle auto straniere a quelle italiane e con l’imposizione, come abbiamo scritto in numerosi nostri servizi, alle Compagnie assicurative di prevenire e denunciare le truffe che, scaricate sulle tariffe, in realtà sono truffe ai danni dei consumatori italiani arrivati ad un salasso assicurativo che in pochi anni ha superato il 250 per cento.
Ottimo lavoro.
L’ottima inchiesta di “Repubblica” approfondisce ben 11 temi di scottante attualità, alcuni dei quali riportati in questo servizio ed è stata ottimamente realizzata da: Vincenzo Borgomeo, Silvia Bonaventura, Sara Ficocelli, Maurilio Rigo, Federico Pesce, Paolo Odinzof, Ilaria Sanzano, Matteo Colognola con un video commento di Valerio Berruti . Il servizio è dedicato a Giuseppe D’Avanzo, maestro e padre del giornalismo d’inchiesta, prematuramente scomparso, del quale riportiamo con Repubblica una sua riflessione:
”Un’inchiesta giornalistica è la paziente fatica di portare alla luce i fatti, di mostrarli nella loro forza incoercibile e nella loro durezza. Il buon giornalismo sa che i fatti non sono mai al sicuro nelle mani del potere e se ne fa custode nell’interesse dell’opinione pubblica”.
ALL’ULTIMO MOMENTO
UNA LEGGE SULL’OMICIDIO STRADALE
Mentre andiamo in stampa ci è giunta la notizia della proposta di un disegno di legge sull’omicidio stradale che sarà presentato dall’avv. Giuseppe Bellanca, Vicepresidente di A.I.V.I.S., (associazione italiana vittime della strada) nel convegno con il Patrocinio del Comune di Milano Sabato 9 Novembre 2013 (ore 10.00 Palazzo Marino Milano). Una riflessione sul valore legislativo, ma anche morale della modifica legislativa con un NO AL PATTEGGIAMENTO nei casi di incidente stradale provocato da : guida sotto l’effetto di alcool e di sostanze stupefacenti, alta velocità.
La proposta dell’A.I.V.I.S. è quella di un disegno di Legge di rapida e facile approvazione da parte del Parlamento con un sicuro effetto deterrente, che diminuirà notevolmente il numero degli incidenti stradali, rispondendo alla necessità morale di giustizia per le vittime della strada e per le loro famiglie.
Come funziona il Fondo vittime della strada