L’Organismo Unitario dell’Avvocatura, valuta positivamente tanto le diverse prese di posizione critiche nei confronti dell’attuale revisione della geografia giudiziaria di alcune sezioni dell’Anm (Chiavari, Pinerolo, Bassano), quanto la presentazione di un ddl apposito al Senato, con primo firmatario il vice presidente della Commissione Giustizia, Felice Casson.
Per Nicola Marino, presidente dell’Oua,«è il segno evidente che qualcosa si muove, che il muro di gomma di artificioso consenso attorno a questa irrazionale chiusura di circa 1000 uffici giudiziari comincia ad avere le prime, ma profonde, crepe.
Diverse sezioni dell’Anm hanno, finalmente, mostrato le loro critiche. Non solo, quindi gli avvocati e i sindaci e i Comitati Civici, ma anche la magistratura comincia a guardare questo provvedimento con il dovuto distacco e la necessaria obiettività.
In questa direzione va anche il ddl presentato dal vice presidente della Commissione Giustizia del Senato, Felice Casson con altri 17 firmatari, che prevede una proroga di un anno (storica richiesta dell’Oua) e la revisione dei tagli, anche alla luce dei diversi profili di illegittimità. Ben fatto, ora attendiamo una presa di posizione trasversale di tutte le forze politiche per bloccare questo processo. Oltretutto, lo vogliamo sottolineare, siamo in attesa delle decisioni della Corte Costituzionale, che esaminerà la questione il 2 e 3 luglio (sono già 17 le rimessioni alla Consulta che pendono sulla geografia giudiziaria)».
«È bene ricordare, infine, che abbiamo proclamato (anche) su questo grave problema due giornate di astensione il 29 e 30 maggio con una grande manifestazione a Roma (il 30) – conclude Marino – e che la prossima settimana porteremo al ministro Cancellieri le posizioni sul punto non solo dell’avvocatura, ma di migliaia di persone che si sono rivolte all’Oua per tutelare la giustizia di prossimità. Ma al Guardasigilli avanzeremo, oltre alla richiesta, di un intervento urgente di proroga, anche le nostre proposte per una moderna riorganizzazione degli uffici e per eliminare gli sprechi, senza compromettere i diritti dei cittadini».