Cittadini e avvocati in rivolta, evidenzia l’Associazione nazionale avvocati italiani, molte persone avrebbero anche riconsegnato i certificati elettorali.
Dal presidente dell’Organismo Unitario dell’Avvocatura-Oua, la rappresentanza politica forense, Nicola Marino, ma anche dal vice presidente Filippo Marciante e dai delegati Oua siciliani la più profonda solidarietà: «Agli indagati siciliani, ma anche e alle altre migliaia di cittadini e di avvocati che stanno portando avanti questa battaglia, a Cerignola, come a Rossano, a Melfi, come a Pinerolo (solo per citare alcune città), non solo va il nostro sostegno, ma anche la tutela legale dei nostri penalisti. Le manifestazioni in corso in tutto il Paese contro la vergognosa e inutile chiusura di circa 1000 uffici giudiziari, non possono essere trasformate in un problema di ordine pubblico. È una risposta autoritaria, sbagliata e sproporzionata rispetto a un problema reale e drammatico posto dalla cittadinanza»
«Nel frattempo – conclude Marino – come avevamo tempestivamente previsto e contestato al Guardasigilli e ai dirigenti di via Arenula chiedendo una proroga ufficiale e generale, da oggi la nostra giustizia va incontro a una situazione di caos in diverse realtà: per esempio a Lagonegro, ma non solo, nonostante non sia interessata da alcun decreto correttivo, il presidente del tribunale ha già autorizzato il differimento delle udienze. Altro che entrata a regime della riforma. Dal ministro Cancellieri attendiamo atti concreti per correggere un provvedimento irrazionale, inutile e controproducente per il buon funzionamento della nostra macchina giudiziaria, invece di essere costretti ad assistere a ulteriori azioni di criminalizzazione del dissenso».
Intanto il presidente dell’Associazione nazionale avvocati italiani, Maurizio De Tilla sottolinea che molti cittadini avrebbero restituito i certificati in segno di protesta. “Le forze politiche contestano l’operato della Cancellieri, ma nulla sono riusciti a fare per impedire lo scempio della giustizia. Gran parte degli uffici accorpanti manca di sedi idonee. E per reperirle si spenderanno più di 30 milioni di euro all’anno.
Altro che i prospettati risparmi di 80 milioni all’anno vantati dal Ministro senza alcun fondamento!”
“Abbiamo invitato il Ministro Cancellieri – ha continuato De Tilla – a pubblicare sul sito del Ministero i pretesi risparmi per consentire il controllo sociale di un’affermazione contestata posta alla base della soppressione dei tribunali minori e delle 220 sezioni distaccate.
L’assurdo è che il Ministro ha annunciato che potrà tornare indietro ripristinando tribunali e sezioni distaccate laddove si renderà conto degli errori commessi. Ha di tempo un anno. Nel frattempo la giustizia di prossimità morirà sul territorio e difficilmente potrà essere resuscitata.
I fascicoli di una consistente parte dei processi pendenti è stata collocata in scatoloni che, per anni, non saranno aperti, come già è avvenuto in altri casi di soppressione di uffici giudiziari. I processi sono già in parte bloccati e rinviati a lungo.
“Un disastro annunciato – ha concluso De Tilla – che fa indignare l’Avvocatura che, in tutte le componenti, porterà la questione davanti alla Corte di Giustizia Europea e alla Corte dei Diritti dell’Uomo”.