Il frumento o grano è noto fin dai tempi antichi (dove era chiamato frumentum in latino = godere, disporre di qualcosa) e rappresenta ancor oggi, soprattutto nelle zone temperate, la principale fonte di cibo per l’uomo.
Il frumento si distingue in tenero (Triticum aestivum) originario del Medio Oriente dal quale, nel neolitico, si diffuse in Europa e duro (Triticum durum) originario dell’Africa centro-orientale (Etiopia). Verso il 6000 a.C. si erano consolidati villaggi agricoli lungo le coste del Mar Egeo e nell’interno ma il frumento era già coltivato in queste zone da un paio di millenni. Dalla Grecia passò in Italia, in Francia e in Spagna e, qualche secolo dopo, in Bulgaria e negli altri Paesi balcanici da dove proseguì verso le pianure più a nord, fino in Germania (5000 a.C.).
Per il ruolo centrale che il frumento ha nell’alimentazione umana, per il buon profilo nutrizionale, per la facilità di conservazione e trasporto, è la coltura più estesamente coltivata nel mondo. Attualmente è coltivato in tutti i continenti e la produzione mondiale è costantemente aumentata negli ultimi anni, raggiungendo nel 1993 i 564 milioni di tonnellate. La pianta del grano simboleggia il ciclo delle rinascite. Poichè il cereale prima di nascere in primavera resta sepolto sotto terra, rappresenta l’analogia del passaggio dell’anima dall’ombra alla luce.
Il grano è inoltre, il simbolo della fecondità. Infatti nella mitologia Greca, Demetra la dea dei cereali e delle messi, è rappresentata con la fronte cinta da una corona di spine di Grano. Demetra era l’iniziatrice dei misteri di Eleusi (questi misteri erano divisi in grandi e piccoli e si celebravano presso Atene). In questi misteri le cerimonie erano collegate con l’evoluzione degli astri e il susseguirsi delle stagioni. Il ciclo vita-morte evocato dal grano traspare anche nell’immagine di Osiride, dio egiziano dei cereali e della morte. Nella tradizione di alcuni paesi del continente europeo si crede che lo Spirito del Grano si incarni in diversi animali quali cavallo, cane, gatto, lepre, volpe, oca, quaglia, maiale, mucca, ecc. Quando è giunto il tempo della mietitura del grano, l’animale fugge davanti al mietitore e, se questo dovesse ammalarsi, si ritiene che, per errore, abbia offeso lo spirito del grano. Il mietitore che taglia le ultime spighe o l’ultimo covone prende il nome dell’animale e conserva il nome per tutto l’anno.
Le Linee Guida per una Sana Alimentazione Italiana stabiliscono che i cereali devono essere assunti in modo da conferire almeno il 55% delle calorie apportate giornalmente, poiché il ruolo principale dei prodotti derivati del grano nella nostra alimentazione è di rappresentare la principale fonte di energia per il nostro metabolismo. La presenza nella dieta di una quota di carboidrati complessi quali l’amido, l’apporto di fibra ma anche di certi grassi associati abitualmente all’introduzione di pane e pasta, assicura all’organismo un rifornimento di energia prolungato nel tempo tale da evitare bruschi innalzamenti dei livelli di zucchero nel sangue (picchi glicemici). Data l’alta concentrazione di Omega 3, i prodotti a base di germe di grano sono indicati per abbassare il colesterolo e proteggere il cuore. Esternamente l’olio di germe di grano cura diversi disturbi della pelle come ace e seborrea. In particolare, tramite ingestione, regola la produzione di sebo e scorie dall’interno. Inoltre è un eccellente rimedio per smagliature, rughe e per lenire gli arrossamenti e le irritazioni cutanee.