Inghilterra, una giornalista del Guardian col prosciutto sugli occhi va al cinema a vedere il cartone animato Frozen – Regno di Ghiaccio ed esce con una soppressata al posto del cervello.
L’incredibile effetto dannoso dei cartoni Disney sugli esseri umani si ripete ogni Natale, quando il mix tra il picco di consumismo e la digestione magmatica può rivelarsi fatidico. Lo è stato in particolare per Anna Smith, editorialista del quotidiano The Guardian, la quale è stata attirata in sala con un falso invito a una rassegna sul cinema neorealista. La vittima dello scherzone non ha battuto ciglio di fronte alle animazioni digitali e alle allegre canzoni del film, rimanendo impassibile come il cotechino tra le lenticchie. A fine proiezione la signora Smith era già sparita senza lasciare traccia di sé e con un taccuino pieno di appunti, ma scritti al buio.
Il risultato è stato un articolo partorito dall’orifizio posteriore direttamente sulla tastiera, dove si accusano gli autori di una serie di crimini contro natura. Le eroine di Frozen sono troppo sexy e magre per essere prese a modello dalle bambine, anzi, sembrano più anoressiche di Barbie top-model (che in realtà era bulimica). Sempre secondo costei, i loro occhi grandi sarebbero una caratteristica dei cartoni per adulti giapponesi “hentai”. Strano, chiunque abbia visto Candy Candy o Naruto sa bene che gli occhi enormi fanno parte dell’immaginario nipponico, al di là del genere. Infine, come tutti gli adulti che amano fare gli esperti delle ultime generazioni, rievoca i bei tempi andati, con Scooby Doo e Shrek dove la diversità è protagonista. Quando ha orchestrato la beffa, il direttore del giornale non si aspettava una simile reazione, ma la vendetta di Anna Smith è stata feroce, avendo fatto pubblicare un’analisi totalmente sballata dei personaggi Disney, con errori grossolani e una morale da oratorio ottocentesco. Saranno contenti gli inserzionisti!