E’ in corso uno duro confronto nella all’interno del Fronte Polisario, il gruppo separatista saharaoui che chiede l’indipendenza della regione del Sahara occidentale (chiamato Sahara marocchino perché controllato dal Marocco).
Secondo i media algerini, si stanno affrontando due diverse correnti all’interno del movimento che ha la sua sede a Tindouf, nel sud dell’Algeria: quello aperto al dialogo col Marocco e quello invece che vuole il conflitto. A volere il dialogo diretto con Rabat è secondo l’Huffington Post del Maghreb il segretario generale, Addouh Khatri, che ha sostenuto questa richiesta in una lettera inviata domenica al Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon e ripesa dalla stampa di Algeri.
Addouh chiede un “piano per un processo di colloqui diretti, intensi tra il Fronte Polisario e il Marocco. Il 31 maggio è morto il leader e fondatore del gruppo. Mohamed Abdelaziz, lasciando a Khatri, che è stato in precedenza presidente del Consiglio Nazionale, la presidenza ad interim del fronte. Le elezioni per il nuovo capo della fronte dovrebbe avvenire entro dieci giorni, ma le divisioni interne e i dissensi sui possibili candidati per la leadership, secondo diverse fonti, stanno causando il rinvio delle elezioni, come riporta il settimanale “Usbue al Sahafi”. Secondo questa tesi l’Algeria, sponsor storico del gruppo sin dalla sua nascita, vedrebbe di buon occhio un altro candidato alla leadership: Brahim Ghali. Ex responsabile del gruppo in Spagna fino al 2007 non gode però della stima di tutti i dirigenti in quanto è stato accusato da diverse associazioni per i diritti umani saharaoui, come la Assadeh e la Acavite, di aver compiuto crimini ed essere responsabile di desaparecidos durante la guerra col Marocco dal 1977 al 1987. Pende inoltre sul suo capo un’accusa di violazioni dei diritti delle donne e dei minori da parte del Consiglio dei diritti umani di Ginevra in base alle denunce di alcuni saharaoui come Khadijaoui Mahmoum Mohammed Zobeir che afferma di essere stata rapita.