L’ex capogruppo PDL della Regione Lazio, Franco Fiorito, nella trasmissione “Porta a porta”, si è visto contestare, tra l’altro, di aver addebitato alla Regione, cioè a tutti noi, una spesa di 81 euro presso un noto supermercato.
“Non entro in un supermercato da almeno vent’anni” ribatte il nostro “quei soldi li avrà spesi la mia segretaria per comprarmi un panino con la porchetta. E’ ridicolo contestarmi una cosa del genere”.
E invece, no. Non è ridicolo. Vale la pena avanzare qualche breve riflessione che non sfuggirà, caro Fiorito, alla sua intelligenza e alla sua furbizia (qualità, quest’ultima, da cui sarebbe sempre bene guardarsi).
La prima osservazione è banale: noi comuni mortali non avremmo mai pensato che 81 euro possano essere destinati a comprare un panino con la porchetta anche se fosse la migliore di Ariccia.
La seconda riflessione nasce dal fatto che non ci disturba l’esiguità della somma ma piuttosto che uno che percepisce dalla Regione 12, 14 e forse più mila euro netti al mese si faccia pagare dalla stessa Regione, cioè da tutti noi, anche l’esigua somma della spesa destinata al suo panino con la porchetta. Indice di un modus operandi che versa quantità illimitate di benzina sul fuoco dell’antipolitica (o meglio, del fastidio profondo verso questo modo di intendere la politica).
L’ultima riflessione può sembrare banale ma non lo è. Il fatto di non essere entrato in un supermercato da oltre vent’anni non è cosa di cui vantarsi ma di cui dispiacersi. Ci dovrebbe essere una regola che imponga, a quanti fanno politica, di entrare periodicamente in un punto vendita di generi di largo consumo affinché possano rendersi costantemente conto dei guasti che provoca la cattiva gestione della cosa pubblica e del conseguente miracolo quotidiano che tante famiglie compiono per andare avanti con mille, e spesso meno, euro al mese.