Dopo quanto detto sui fiori la scorsa settimana (l’articolo lo trovate correlato a questo, nella colonna a destra), ecco ora l’attribuzione floreale per ciascun segno zodiacale.

ARIETE
La selvaggia ginestra dai gialli e luminosi grappoli fioriti, abbarbicata su rocce desolate e terreni brulli ben si addice all’accanita volontà di riuscita dell’Ariete. Né mancano i richiami guerrieri (è Marte che governa il segno): San Luigi, re di Francia, ha fondato, a suo tempo, l’Ordine della Ginestra, i cui cavalieri portavano un collare di ginestre e gigli d’oro. Il fiore sarebbe stato condannato a scoppiettare mentre brucia, per aver disturbato con un rumore la preghiera di Gesù nell’orto del Getsemani.

TORO
“Lucciole azzurre sparse per l’erba”, “rondini dei fiori”: così Corrado Govoni chiama le viole. Ed è appunto la venusiana violetta, morbida, carnosa, vellutata, che si addice al Toro. La sua fragranza penetrante e insieme delicata ben richiama l’intenso erotismo dei nati nel segno. Gocce di succo di viola sono quelle che Oberon, nello shakespeariano Sogno d’una notte di mezza estate,  versa sugli occhi di Titania dormiente perché, svegliandosi, si innamori di chi vedrà per primo. La viola,  secondo il mito, è nata dalle gocce del sangue di Attis, eviratosi sotto un pino.

GEMELLI
Fiore dei Gemelli è l’iris. E Iris (Iride) agile, rapida, messaggera di Zeus ed Era è, nel mito, il corrispondente femminile di Mercurio (che, come pianeta, domina il segno). Ha come lui i piedi alati e quando vola nel cielo il suo manto di velo leggero si spiega nell’aria rivelando i sette colori dell’arcobaleno. L’iris, alla cui famiglia appartiene il profumato giaggiolo, in Giappone svolge un ruolo protettivo contro le malattie e gli spiriti cattivi.Nell’arte sacra spagnola del Rinascimento l’iris rivaleggiava con il classico giglio come fiore della Vergine Maria.

CANCRO
Come la Luna, dominatrice del segno, brilla sul mare, così la canida ninfea splende sullo stagno. E affonda le sue radici sotto le acque, così come  il cancerino si abbandona alle profondità dell’inconscio e della memoria del passato; Nella ninfea, corrispondente al loto, si ritrovano anche i significati di fecondità propri del segno: per gli antichi egizi, infatti, rappresentava la creazione del mondo per mezzo della acque e i maya vi vedevano un simbolo di abbondanza e fertilità. Nel mito greco, una giovinetta innamorata di Eracle e morta di gelosia fu trasformata in ninfea.

LEONE
Il colore del girasole, il suo aspetto di centro irradiante, il suo volgersi verso il Sole, lo accomunano all’astro diurno e lo legano così al segno del Leone. Narra Ovidio, nelle Metamorfosi, che Clizia, amata e poi abbandonata da Elios (il Sole), fu trasformata in un fiore che si volgeva sempre verso il suo perduto amore.  In una vetrata della chiesa di Saint Rémi a Reims (Francia) due grossi girasoli escono dall’aureola che circonda il capo della Vergine e di San Giovanni che piangono il Cristo morto.

VERGINE
Spiga e papavero sono attributi di Demetra, protagonista del mito relativo al segno della Vergine. Ed è Demetra che trasforma in papavero Mecone, un ateniese da lei amato. I greci antichi, poi, raffiguravano Ipnos, i Sonno, incoronato di papaveri (ben si conoscono gli effetti soporiferi dei semi del fiore). Il papavero può indicare, oltre al sonno, l’ignoranza, la stravaganza e può richiamare l’attaccamento al luogo natale; infatti, tolto dal terreno e messo in vaso, non si mantiene e muore. In Russia, “restare in papavero” vuol dire restare zitella.

BILANCIA
Un tempo tutte le rose erano bianche. Ed è solo quando  alcune gocce del sangue di Venere ne tingono alcune di rosso che queste rimangono così per sempre. E sant’Ambrogio racconta che la rosa ha acquitato le spine dopo la caduta di Adamo; è da allora che essa, con il suo profumo, ricorda il paradiso perduto e, con le spine, il peccato e la punizione. Amore, voluttà, femminilità, bellezza: inesauribile è il simbolismo della rosa. Non mancano  molti richiami alla realizzazione spirituale: riordiamo, tra l’altro, espressioni come “rosa mistica”, “ros alchemica”, “Rosa-Croce”.

SCORPIONE
I piccoli, bianchi e profumati (ricordano il gelsomini) asfodeli ben si confanno ai significati “inferi” dello Scorpione. E’ nell’Ade che le  anime dei defunti passeggiano in una vasta pianura, la prateria degli asfodeli. L’asfodelo,  consacrato a Plutone e a Proserpina, è posto da Teocrito in relazione ai misteri eleusini. Il fiore perde così i significati più cupi e diviene un richiamo all’immortalità. In magia è considerato un contravveleno universale: Giovanbattista Della Porta ricorda come l’asfodelo fosse rimedio contro il morso dei serpenti e la puntura degli scorpioni.

SAGITTARIO
“Il fior di cielo e d’aria/ ch’è un alito di  cielo ed un sorriso, che gli uomini ancor chiaman fiordaliso”. Così Corrado Govoni descrive questi fiori azzurri dai lunghi steli che occhieggiano spesso tra le spighe di segale e frumento.  In Russia si narra di un bel giovane che, sedotto da una ninfa, fu poi trasformato in fiordaliso. Gli antichi latini chiamavano questo fiore centaurea, perché il primo a scoprirlo sarebbe stato il centauro Chirone. Da qui il suo collegamento col segno del Sagittario.

CAPRICORNO
Il grosso bulbo del giacinto pone il fiore sotto un’influenza saturnina e lo ricollega, quindi, al segno del Capricorno, che da Saturno è governato. Nel mito Giacinto è un bellisimo giovinetto di cui Apollo si innamora; ma un giorno Zefiro, geloso, fa deviare il disco lanciato dal dio, che colpisce il giovane alla testa, uccidendolo. E dal suo sangue Apollo fa nascere un fiore. Nelle feste in onore di Demetra si incoronavano i bambini con i giacinti. Il fiore in questione è a volte riguardato come simbolo della prudenza, della pace dell’anima e del desiderio del Cielo.

ACQUARIO
Il bel Narciso respinge tutte le ragazze, compresa la ninfa Eco; ma viene punito: gli dei, infatti, lo fanno innamorare della sua stessa immagine riflessa nell’acqua di una fonte, nella quale annega nel tentativo di raggiungerla. Ed ecco che là dov’è annegato, nasce un piccolo fiore bianco-aranciato. Il nome del narciso, peraltro, viene dal greco narkè, cioè intorpidimento, sonno: la morte come sonno, quindi. Il narciso è anche usato per indicare la freddezza, l’indifferenza, l’egoismo, ma significa anche la tendenza all’idealizzazione. In Asia è simbolo di felicità.

PESCI
Ai Pesci si attribuisce il ciclamino, forse per la “morbidezza” e la modestia che i pesciolini possono manifestare  e che vengono richiamate dal fiorellino bianco e lilla. Secondo Teofrasto il ciclamino era impiegato per stimolare l’amore e la sensualità e anche per facilitare i parti. Si diceva inoltre che avesse una funzione emmenagoga (regolatrice delle mestruazioni), anche per l’analogia esistente fra la forma del suo bulbo e l’utero. Nei paesi anglosassoni è a volte chiamato bleeding nun, cioè suora sanguinante. Nel primo cristianesimo era dedicato alla Vergine Maria.

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