La Film Commission Vallée d’Aoste, istituita nel novembre 2010, è una Fondazione che ha lo scopo di sostenere e potenziare il settore cinematografico e audiovisivo quale veicolo privilegiato di promozione del territorio nonché fattore di sviluppo imprenditoriale e occupazionale.
Tra gli obiettivi figurano la promozione del patrimonio culturale, ambientale, turistico, rurale, storico ed etnografico della Valle d’Aosta; la valorizzazione delle competenze professionali, tecniche e artistiche presenti nel territorio regionale; il sostegno alla produzione di opere cinematografiche, televisive e audiovisive locali e alla distribuzione delle opere riguardanti la Valle d’Aosta, mediante l’accesso ai circuiti di programmazione e la partecipazione a rassegne, festival e altre iniziative volte alla loro promozione e diffusione; l’organizzazione di manifestazioni di qualità, di rilevante interesse culturale e sociale anche con riferimento alla realtà locale; la conservazione del patrimonio filmico riguardante la regione. La Commission si muove principalmente su quattro versanti: sostegno alla produzione; incentivazione dell’occupazione; formazione di base e specifica; esposizione e comunicazione del sistema cinema.
Dal 2011 presidente della Film Commission Vallée d’Aoste è Luciano Barisone, giornalista, critico cinematografico e curatore di monografie su Catherine Breillat, Robert Guédiguian, Clint Eastwood, Naomi Kawase, Nicolas Philibert, Les Films d’Ici e Sydney Pollack. Per lungo tempo responsabile del settore cinema della Saison Culturelle, ha collaborato con numerosi festival, tra i quali il Festival di Locarno, la Mostra di Venezia, i Rencontres Internationaux de Cinéma de Paris, il Festival dei Popoli di Firenze ed il Festival di Nyon Visions du Réel, che dirige dal 2011. Alla direzione della Film Commission Vallée d’Aoste c’è invece Alessandra Miletto, che ha sostituito da pochi mesi Carlo Chatrian, neo direttore del Festival di Locarno. Una carica arrivata dopo esser stata responsabile della produzione e location guide e dopo aver seguito diverse produzioni come location e product manager. Allieva di Gianni Rondolino,la Miletto è laureata in Storia e Critica del Cinema alla Facoltà di Lettere e Filosofia di Torino con una tesi sul cinema di Tod Browning. Ha collaborato con diverse testate giornalistiche, svolto ricerche e tenuto corsi sull’uso del cinema e dell’immagine fotografica nella didattica della storia. È stata responsabile della sezione Eventi Speciali dedicata al 60° anniversario della Liberazione nell’ambito dell’ottava edizione del Cervino International Film Festival e curatrice di rassegne cinematografiche. Dal 2000 al 2010 si è occupata di fotografia storica ed etnografica; in questo ambito è catalogatrice, curatrice di mostre e pubblica diverse ricerche sull’argomento.
Qual è la data di costituzione della Film Commission Vallée d’Aoste? Come e da quale esigenza è nata?
«La Fondazione Film Commission Vallée d’Aoste è stata istituita con la legge Regionale n. 36 del 9 novembre 2010; dopo una prima fase organizzativa con la costituzione di un gruppo di lavoro, la realizzazione del sito web, la creazione della production e location guide ed altre azioni preliminari all’entrata in attività, il “debutto” è avvenuto nel settembre 2011 in occasione della 68° Mostra del Cinema di Venezia. La Film Commission Vallée d’Aoste è nata dalla volontà da parte dell’amministrazione regionale, in particolare dell’Assessorato Istruzione e Cultura, di sostenere il settore cinematografico ed audiovisivo, sia in quanto veicolo di promozione del territorio sia come motore di sviluppo imprenditoriale ed occupazionale. Per fare ciò è stato naturale affidare il compito della progettazione e strutturazione della Film Commission alla competenza e alla creatività di due cinéphiles di chiara fama, Luciano Barisone e Carlo Chatrian, che dopo la fase progettuale hanno ricoperto rispettivamente il ruolo di presidente e direttore della Film Commission Vallée d’Aoste. Luciano è tuttora presidente della nostra fondazione, mentre Carlo ha rimandato il mandato di direttore a fine dicembre in seguito alla nomina a direttore artistico del Festival di Locarno. Il CdA ha deciso di conferire a me l’incarico di proseguire il percorso intrapreso. Diversi fattori sono stati decisivi per la nascita della nostra fondazione: tra tutti, una sempre crescente domanda da parte di produzioni di girare sul nostro territorio, con la necessità di creare una struttura che si occupasse di ciò in maniera dedicata ed esclusiva; le prospettive occupazionali e di ricadute economiche legate alla presenza di produzioni sul territorio; gli evidenti vantaggi in termini di visibilità che per una regione a vocazione turistica come la nostra sono irrinunciabili. Non ultimo, il potenziamento di azioni di sostegno al documentario, soprattutto etnografico, che è una realtà molto vivace sul nostro territorio, un genere fortemente radicato nella tradizione culturale locale, con un buon numero di giovani filmakers molto attivi. Si è dunque deciso di creare una struttura sull’esempio delle altre regioni che già da tempo si erano dotate di tale strumento. L’essere tra le ultime arrivate ci ha in qualche modo fatto gioco, perché abbiamo potuto analizzare a fondo il lavoro delle altre istituzioni, cercando di integrare in un progetto unitario le esperienze positive delle Film Commission che già operavano in Italia ed evitando alcune criticità che potevano essere emerse nelle altre realtà».
Nel vostro lavoro di supporto e assistenza, come sostenete le produzioni? Alle location cosa si affianca di specifico? Permessi, logistica, maestranze? Agevolazioni per alberghi e vitto?
«Innanzitutto tutte le location di proprietà della Regione Valle d’Aosta, parlo dei monumenti, vestigia romane e soprattutto dei castelli, vengono messe a disposizione gratuitamente; credo siamo una delle pochissime se non l’unica regione ad offrire questo servizio. E ciò per una produzione si traduce in un risparmio assolutamente considerevole. Un altro dei nostri atout è la rapidità. La burocrazia in Valle d’Aosta è pressoché inesistente, la prossimità con le istituzioni è tale che in poche ore siamo in grado di ottenere quanto richiesto. Siamo una realtà già consolidata e ben conosciuta anche a livello di enti locali, che da quando siamo attivi hanno dimostrato grandissima disponibilità e collaborazione. Abbiamo una rete di strutture di accoglienza e turistiche in generale con cui sono state stabilite delle collaborazioni proficue; l’intenzione è di lavorare con le associazioni di categoria per definire questa collaborazione in maniera ancora più strutturata. Non parlo solo di strutture alberghiere, ma di trasporti, impianti a fune, categorie professionali. Nei contratti che stipuliamo con le produzioni non richiediamo al momento una percentuale di assunzione di maestranze locali perché non abbiamo ancora da offrire un ventaglio di professionalità così ampio, ma in pressoché tutte le produzioni che hanno girato in Valle d’Aosta e che abbiamo finora sostenuto sono stati impiegati professionisti valdostani che hanno lavorato a vario titolo. Stiamo inoltre perseguendo un fitto programma di formazione e specializzazione per valorizzare le professionalità presenti sul territorio o crearne di nuove».
La Film Commission Vallée d’Aoste mette a disposizione dei finanziamenti diretti per le produzioni che chiedono assistenza?
«Abbiamo un Film Fund che è stato istituito con delibera del Consiglio Regionale nel settembre 2011 ed è diventato attivo nel gennaio 2012; è articolato in diversi capi, che vanno dal sostegno alla produzione audiovisiva di particolare rilevanza artistica ed economica, alla produzione documentaria e delle opere prime, alla post produzione e alla distribuzione».
Qual è il criterio con cui la Film Commission sceglie le produzioni da sostenere?
«Con alcune lievi differenze tra i diversi capi, i criteri sono molto semplici e trasparenti. Sono necessari alcuni requisiti preliminari fondamentali che vengono valutati dal presidente e dal direttore della Film Commission Vallée d’Aoste, i quali si riservano inoltre il diritto di sottoporre alcune valutazioni al CdA della fondazione. Tali requisiti sono la valenza culturale del progetto, la comprovata capacità di interessare un’utenza nazionale o internazionale, la sostenibilità e fattibilità del progetto. Dopo di che i progetti presentati sono valutati in base a dei requisiti a cui viene attribuito un valore numerico (massimo 20%-20 punti per ciascun requisito): curriculum del proponente, valenza culturale del progetto, riferimento nei contenuti alla Valle d’Aosta, compatibilità con il territorio valdostano in termini economici, prospettive distributive. In base a ciò viene stabilita una graduatoria di merito su cui vengono deliberati i contributi. Per quanto riguarda il bando “Doc FF Film Fund Valle d’Aosta” a sostegno dei documentari e delle opere prime, la valutazione dei progetti presentati viene fatta da una commissione composta dal presidente, dal direttore e dal consulente internazionale di Film Commission Vallée d’Aoste».
Quali sono le modalità di finanziamento diretto? Eseguite prestiti e di che tipo o cos’altro? Ci sono dei tetti ai finanziamenti assegnati?
«Non effettuiamo prestiti. Il nostro sostegno alla produzione che si concretizza in un rimborso effettuato sull’attività svolta sul territorio. Per ogni capitolo del Film Fund ci sono differenti limiti ai finanziamenti: sul fondo per lo sviluppo della produzione audiovisiva il tetto massimo del contributo stanziabile è di 80.000 euro a fronte di una spesa effettuata sul territorio pari al 150% del contributo richiesto; per quanto concerne la produzione documentaria e le opere prime è stato istituito un bando denominato “Doc FF Film Fund Valle d’Aosta” che ha due sessioni annuali con scadenza in aprile e settembre e concede un contributo massimo pari a 50.000 euro a fronte di una spesa sul territorio del 120% del contributo richiesto. Esiste infine la possibilità di un rimborso per le spese di post produzione e distribuzione il cui contributo massimo erogabile è di 20.000 euro».
Dalla data della vostra fondazione ad oggi, quanti lungometraggi, documentari e cortometraggi avete sostenuto anno per anno?
«Nel corso del 2011, in cui l’attività ha avuto inizio dal secondo semestre, sono stati sostenuti otto produzioni: sette documentari ed il film di Silvio Soldini (nella foto) Il Comandante e la Cicogna. Nel corso di questi sei mesi di attività siamo stati contattati da circa una quarantina di produzioni. Nel 2012 abbiamo valutato circa settanta progetti e ne abbiamo sostenuti a diverso titolo venticinque. Abbiamo avuto opere a grosso budget come Il peggior Natale della mia vita, quasi interamente girato a Castel Savoia di Gressoney St. Jean (uno dei monumenti di proprietà della Regione messo a disposizione a titolo gratuito per oltre sei settimane di lavorazione, e in cui è stato tra l’altro montato un impianto di riscaldamento ad hoc, rimasto in funzione anch’esso gratuitamente per tutta la durata delle riprese ) e Il vedovo; cinque produzioni indiane, tredici tra documentari e film sportivi, quattro produzioni televisive e una produzione pubblicitaria».
La vostra Film Commission promuove anche la distribuzione locale?
«Non ci occupiamo specificamente di distribuzione locale. Abbiamo un accordo con Rai3 regionale per la diffusione della produzione degli autori locali che sosteniamo. E naturalmente organizziamo eventi legati a singoli progetti, in cui sono previsti eventi di presentazione delle opere sostenute».
Quanto percepiscono i responsabili della Film Commission?
«Il direttore riceve uno stipendio in linea con il compensi stabiliti per le figure dirigenziali all’interno delle fondazioni. Il presidente non percepisce alcun stipendio ma solo un rimborso delle spese di rappresentanza. In buona sostanza non si diventa ricchi».
I responsabili e gli addetti della Film Commission possono contemporaneamente ricoprire altri ruoli o per statuto durante il mandato non possono farlo?
«Non esistono restrizioni particolari; ovviamente le attività non devono essere in conflitto con le attività e i principi della Film Commission. Carlo Chatrian avrebbe teoricamente potuto mantenere il suo ruolo di direttore di Film Commission Vallée d’Aoste anche dopo la nomina a direttore artistico del Festival di Locarno, ma ha deciso di rinunciare a dirigere la nostra fondazione per una scelta di trasparenza. La sua esperienza resta comunque a disposizione di Film Commission attraverso un rapporto di consulenza stipulato dopo aver avuto il consenso anche da parte del presidente del Festival di Locarno».
La vostra Film Commission per statuto può anche co-produrre film? Se sì, in che modo?
«Essendo una fondazione senza scopo di lucro non possiamo co-produrre film».
Si è mai verificato che uno dei responsabili della FC si sia trovato in una situazione di conflitto di interesse? Per esempio, un responsabile che firma una sceneggiatura di un film finanziato dalla FC oppure un responsabile che fa il produttore e finanzia un film della sua casa di produzione.
«No, non si è mai verificato».
Che budget annuale avete a disposizione? Quanto per la struttura e quanto per il sostegno ai film? Quest’ultima voce è sempre stata utilizzata completamente?
«Il contributo dato a Film Commission soggiace alle variazioni e alla disponibilità del budget delle istituzioni che ci finanziano, ovvero in parte maggioritaria la Regione Autonoma Valle d’Aosta e in subordine la Chambre Valdôtaine des entreprises et des activités libérales, vale a dire la Camera di Commercio regionale. Questo è il punctum dolens. Quest’anno di crisi durissima, la generale contrazione del budget delle regioni, e una innegabile penalizzazione di tutto il settore della cultura ci ha colpito duramente. Sostanzialmente il 50/60% del contributo viene convogliato nelle attività di sostegno alle produzioni e alla formazione e qualificazione professionale, il resto viene destinato alle spese correnti e alla promozione. Quest’anno, in seguito ad una diminuzione del budget complessivo, a fare le spese dei tagli di bilancio sono state le soprattutto le attività di promozione e comunicazione».
Quando non è possibile intervenire sulla vostra dotazione finanziaria né sul film fund, quali strumenti usate per supportare le produzioni?
«Ritorniamo alle facilities di cui ho parlato prima, in primis con la disponibilità di location e servizi a titolo gratuito. Ribadisco la rilevanza del risparmio per le produzioni nell’avere a disposizione le location di proprietà pubblica senza dover effettuare nessun tipo di pagamento. La disponibilità di Castel Savoia per Il peggior Natale della mia vita (nella foto una scena) si è tradotta tout court in un risparmio di circa 200.000 euro tra location e forniture di riscaldamento ed elettricità che sono state erogate a titolo gratuito. Direi che è uno strumento significativo. Integriamo poi questa offerta fornendo ogni tipo di supporto che possa agevolare il lavoro delle produzioni, dal location scouting all’assistenza e all’accompagnamento sul territorio, dove possibile. La snellezza delle procedure e la velocità e facilità di ottenere premessi è un altro servizio che agevola il lavoro delle produzioni sul nostro territorio. In termini economici, per il momento non abbiamo ancora utilizzato lo strumento del tax credit, ci stiamo lavorando ed è uno degli obiettivi per la nostra attività 2013. Ci vorrà del tempo, ma l’impegno per quest’anno è di lavorare per far conoscere questo strumento alle realtà locali che possono essere coinvolte».
La burocrazia comunale e regionale è davvero il grande punto dolente del sistema cinema italiano?
«Se parliamo di quella burocrazia che rende difficoltoso il lavoro di una produzione sul territorio, o di una stessa Film Commission, questo è davvero un problema che per noi non esiste. Anzi, come dicevo prima, questa snellezza e pressoché totale assenza di rallentamenti burocratici è uno dei nostri punti di forza. Da quanto emerge negli incontri con gli altri colleghi, questa è una realtà con cui molte Film Commission si scontrano quotidianamente. In questo possiamo dirci fortunati».
Quali sono gli obiettivi e i progetti per il 2013 della Film Commission Vallée d’Aoste?
«Le strategie messe in atto a partire dall’istituzione della Film Commission Vallée d’Aoste ad oggi hanno prodotto risultati così soddisfacenti da non poter che essere perseguite anche per l’anno appena iniziato, compatibilmente con i penalizzanti tagli subiti che, per quanto dolorosi, ci spronano ad essere ancora più creativi ed agguerriti. Ci concentriamo pertanto sulle attività di sostegno alla produzione e agli incentivi alla formazione e all’occupazione di professionalità, che costituiscono il core business della nostra fondazione. Certamente alcune voci sono state ridimensionate, ma la strategia è di compensare con le agevolazioni ciò che potremo erogare in misura minore in termini di sostegno economico diretto. In realtà siamo già in piena attività, abbiamo in corso diversi progetti con produzioni nazionali e straniere, ed altri progetti si stanno delineando in questi giorni. Proseguiamo naturalmente con il sostegno e la promozione dei filmakers valdostani con attività di sostegno non solo economico, supporto nella valutazione di progetti e promuovendo nelle sedi deputate i lavori e gli autori che meritano di essere conosciuti e fatti circolare.
La nostra fondazione ha inoltre stabilito già nello scorso anno un convenzione con la Chambre Valdôtaine des entreprises et des activités libérales, con specifico riferimento al sostegno alle produzioni e alle attività di formazione e riqualificazione professionale. Tale collaborazione prosegue anche per quest’anno, seppur con una ridotta disponibilità finanziaria. Per garantire il necessario spazio alla attività formative e professionalizzanti, stiamo quindi studiando le varie opzioni integrative, con le possibilità offerte dai finanziamenti europei per il settore della formazione, anche in collaborazione con altre Film Commission italiane.
In epoca di spending review, ciò che è emerso dai confronti sempre proficui con le altre Film Commission è una volontà comune di lavorare su alcuni settori con progetti condivisi per ottimizzare le risorse: la formazione e la riqualificazione professionale sono certamente tra questi. Un punto su cui dobbiamo lavorare sia a livello nazionale che locale è quello di far comprendere a chi ci amministra che le ricadute create dall’industria cinematografica si riverberano in egual misura su settori diversi, da quello culturale, al marketing territoriale, dall’occupazione, alla creazione di indotto in senso ampio. Esiste una concreta possibilità di creare crescita economica e questo è un fattore che in un momento di crisi pesante come quello che stiamo attraversando è un punto su cui insistere fortemente. Il messaggio che deve passare, è che, parafrasando una frase non troppo felice di qualche anno fa, l’industria dell’audiovisivo produce cultura, ma di quella che si mangia, eccome».
2./Continua (La prima puntata, leggibile in allegato, è dedicata alla Film Commission della Sardegna)