Al di là dei numeri , quella di martedì 25 febbraio è stata soprattutto la giornata dell’umanità, una umanità debole, coraggiosa, orgogliosa e leale.
La giornata di Matteo Renzi che ha replicato con un discorso a braccio, dove ha citato coraggio, sogni e riforme.
I più critici parlano di libro dei sogni, di misure irrealizzabili perché non è stato indicato da quale parte si prenderanno i soldi.
Ma è stato un discorso politico, di quella politica che si rivolge ai cittadini, che guarda avanti e che il Paese non sentiva da vent’anni.
Ora tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare, si sa.
E’ stato il giorno di Enrico Letta, il grande sconfitto che con grandissima lealtà si è però presentato in Aula e ha sostenuto il governo guidato dal segretario del suo partito.
Ma è stato il giorno del ritorno di Pierluigi Bersani, colpito da un’emorragia cerebrale il mese scorso, e tornato proprio oggi a Montecitorio per sostenere l’esecutivo guidato dal suo poco amato successore.
Una lezione di politica e di democrazia per tutti, dove si può essere di opinioni diverse, ma poi si arriva in aula e si vota per un unico obiettivo.
In mezzo c’è tutto il resto dell’umanità, quella con la u minuscola, quella che preferisce gli insulti, le prese in giro quella che risponde ad una proposta di collaborazione con elucubrazioni mentali sul regolamento della Camera (vedi alla voce pizzini).
Dietro a tutti, poi, ci siamo noi, i cittadini, quello che una volta veniva chiamato il popolo. Persone che aspettano misure e cambiamenti importanti, come un bambino che passato da una casa famiglia all’altra si augura adesso di aver trovato il genitore giusto, quello che saprà dare l’esempio, che se c’è da stringere la cinghia lo farà per primo, che se ci sarà da dare l’esempio, lo farà per primo.
Ci auguriamo tutti che tutto questo si avveri. Oggi qualcuno forse ha sognato, qualcun’altro ha volato alto, qualcuno ha sbuffato pensando alla solita politica.
Speriamo solo che domani sia un giorno migliore.