TORINO. Torino mette in mostra le sue collezioni di ceramica più celebri grazie alla collaborazione di due musei, Palazzo Madama e Museo Accorsi, il primo pubblico, il secondo privato, tra gli edifici barocchi più spettacolari della città. Fino al 28 giugno sarà aperta la mostra Fascino e splendore della porcellana di Torino, Rossetti, Vische, Vinovo 1737-1825, dislocata nei due musei vicino l’uno all’altro, raggiungili con una passeggiata lungo via Po.
Una mostra di carattere internazionale, frutto di un lungo lavoro e di studi durati due anni, compiuti dalle due curatrici Andreina d’Agliano e Cristina Maritano, mirati a far vivere allo spettatore la storia della ceramica piemontese che corre parallela alla storia della ceramica italiana, un’arte mutuata in epoca settecentesca dai cinesi. In tutto sono esposti 260 oggetti al Museo Accorsi, la maggior parte delle quali provenienti dai depositi di Palazzo Madama, ma anche da celebri collezioni di porcellane come quelle di Ca’ Rezzonico e Palazzo Pitti, e 90 a Palazzo Madama. “I nobili e gli aristocratici europei tra cui i Savoia – hanno spiegato le curatrici – una volta venuti a conoscenza delle primi porcellane bianche cinesi, di raffinata e inedita bellezza, cominciarono a ordinarne per le proprie corti e palazzi”. La mostra torinese racconta proprio di queste committenze attraverso le attività di tre celebri manifatture, la prima delle quali è la Rossetti, di proprietà del Conte Roero di Guarene di cui sono esposte al Museo Accorsi, un cabinet des porcelaines e diverse porcellane bianche e policrome eseguite tra il 1737 e il 1743. Seguono poi pezzi eseguiti dalla manifattura di Vische, fondata nel 1765 dal conte Ludovico Birago, celebre per le sue straordinarie riproduzioni di statuine e prototipi di Vincennes-Sevres, e della manifattura di Vinovo, rappresentata dai periodi dei ceramisti Brodel-Hannong, Gioanetti e Lomello. Di quest’ultima è esposta una serie in porcellana bianca verniciata e in biscuit eseguita durante la direzione di Giovanni Vittorio Brodel, e Pierre Antoine Hannong, autore della formula della porcellana dura. La mostra a Palazzo Madama ha un titolo a sé, Il mondo in una tazza in quanto vi sono esposte ‘solo’ tazze e tazzine. Oggetti nati nel 1600 e da allora richiestissimi da regnanti e potenti del mondo, per usarli come contenitori di bevande arrivate nelle corti in quegli anni, caffè, tè e cioccolata. Qui è anche in mostra anche il servizio in porcellana di Meissen della famiglia Taparelli d’Azeglio comprato dal Museo nel 2013 grazie ad un’azione di crowdfunfing pubblico. “Tutto questo, che va prendendo forma e consistenza, è uscito, città e giardini, dalla mia tazza di tè”, scrive Marcel Proust, come recita una targa all’inizio della mostra.