Un autentico bagno di folla nella hall del Policlinico Agostino Gemelli di Roma lunedì scorso, per Fabio Volo, protagonista insieme a Luciano Onder, di un nuovo appuntamento del ciclo “Il cielo nelle stanze”, l’iniziativa, promossa dal Policlinico e dalle librerie Arion per portare il mondo della scrittura e i suoi protagonisti a contatto diretto con la comunità dei malati e dei loro familiari.
Fabio Bonetti, questo il vero nome dello showman, ha presentato il suo ultimo libro “La strada verso casa” edito da Mondadori, settimo romanzo dell’autore italiano che lo scorso dicembre è arrivato a vendere oltre 550.000 copie.
La storia parla di Andrea e Marco, due fratelli separati l’uno dall’altro da due caratteri completamente diversi sin da ragazzi. Dopo la sofferta morte della madre, Marco ha preso sempre più le distanze dal fratello e dal padre, sino a quando parte per Londra, dove negli anni si costruisce una nuova vita diventando proprietario di un ristorante italiano in città. Andrea, invece, continua gli studi e si laurea in ingegneria, per poi sposarsi con Daniela, conosciuta poco più di un anno prima. Marco torna dopo molto tempo a casa sua in Italia quando il padre viene ricoverato in seguito alla rottura di un femore. Dopo alcuni accertamenti, però, si viene a sapere che egli sta manifestando i primi sintomi di una malattia mentale degenerativa. Marco rimane quindi per qualche tempo con lui, approfittando dell’occasione per riallacciare il legame con suo fratello Andrea e con la sua ex fidanzata che non vedeva da anni, e che in cuor suo ha sempre amato negandolo a sé stesso.
Fabio Volo ha iniziato a lavorare al romanzo verso la fine del 2012 ed ha annunciato la data di pubblicazione del libro il 4 ottobre 2013 sulla sua pagina di Facebook, dove l’8 ha pubblicato la copertina, realizzata come per i precedenti libri da Volo stesso. Il libro parla di una famiglia, di due fratelli, uno che non sceglie mai, l’altro che ha già deciso tutto. “Sono brandelli di vita quotidiana. Cose piccole. Molto umane. Eroiche. Ogni libro è un’autoanalisi. Stavolta sto nel mezzo. Non sono più il fratello che non sa scegliere ma nemmeno l’altro. Non ancora, almeno. Ho capito che uno dei miei problemi era la proiezione nel futuro. Non vivevo il presente. Adesso so di avere delle responsabilità. Forse è per questo che ho scritto in terza persona. »
Da panettiere, con licenza media, ad attore, scrittore, conduttore radiofonico e televisivo, doppiatore e sceneggiatore italiano, Fabio Volo, il ragazzo della porta accanto, si racconta così : «Ho fatto il panettiere a Brescia fino a 21 anni e poi sono andato a vivere a Milano. Sono un grande lettore e ho preferito il diritto al sapere più che il dovere dello studio. Mi sono nutrito di ciò che mi interessava veramente. La cultura del lavoro è stata centrale nell’educazione che mi hanno dato mamma e papà, anche lui panettiere. Ma fondamentale per il mio percorso di crescita è stato il regista Silvano Agosti».
Onder ha provato a capire cosa ci sia alla base del successo di Volo. «Credo che essere onesti possa ripagare – ha risposto Volo – sono semplice e cerco sempre di migliorarmi. Ho raggiunto una serenità che non si turba mai e che mi guida nella vita di tutti i giorni. Sono entusiasta di ciò che faccio e spingo al massimo l’acceleratore nei miei progetti. Sono un ragazzo di 41 anni che, attraverso questi lavori, esprime la propria creatività».
In conclusione Onder ha chiesto a Volo, diventato da poco papà del piccolo Sebastian, se pensava di essere veramente felice. «Non lo so – ha risposto lo scrittore – Sono contento della vita che sto vivendo, non ho grandi paure né turbamenti. Forse sono sereno perché ho la capacità di abbracciare tutto ciò che mi capita, anche le cose più negative. Ad esempio la malattia, per dirla alla Battiato, è uno “shock addizionale”, un’occasione per poggiare lo sguardo sulle cose davvero importanti». E non a caso una delle frasi più significative del romanzo è “Voglio qualcuno vicino a cui poter dire che sono felice”.