Ali è un 29enne keniano che per un anno è stato un terrorista affiliato ai miliziani Shabaab, un gruppo collegato ad al-Qaida.“Una notte abbiamo attaccato un villaggio massacrando tutte le famiglie. Ho deciso di fuggire dopo aver visto decine di bambini morti, il loro sangue. E le madri che urlavano straziate. Dopo ciò che avevamo fatto, ho iniziato a piangere. Mi sono dovuto nascondere perché gli Shabaab non accettano che tu pianga, specialmente davanti ai cadaveri. Se vedono le tue lacrime, ti uccidono. E’ quella notte che ho deciso di scappare”. E ora Ali, tornato in Kenya, lavora nei quartieri islamici di Nairobi fra i giovani emarginati che corrono il rischio di essere reclutati dai terroristi, così come è successo a lui. “Non abbiamo bisogno di fare la guerra, ma di vivere in nome dell’Islam, che vuol dire pace”.
Fonte: Africa