Dopo dieci anni si conclude la vicenda di Europa 7, l’emittente televisiva che, pur avendo ricevuto la concessione legale non ha mai potuto trasmettere. A scrivere la parola fine oggi è stata la Corte europea dei diritti dell’uomo che ha condannato l’Italia a pagare 10 milioni di euro di risarcimento alla società per danni materiali e morali.
Nella lunga sentenza (in allegato) è possibile leggere che “le autorità italiane non hanno rispettato l’obbligo prescritto dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo di mettere in atto un quadro legislativo e amministrativo per garantire l’effettivo pluralismo dei media”. 
Avendo ottenuto la licenza nel 1999, Europa 7 poteva ragionevolmente aspettarsi di poter trasmettere entro due anni, ma non ha potuto farlo perchè le autorità hanno interferito con i suoi legittimi diritti, con la continua introduzione di leggi che hanno via via esteso il periodo in cui le televisioni già trasmettevano, di mantenere la titolarità di più frequenze. 
Il legale  rappresentante della società, Francescantonio Di Stefano, ha fatto ricorso alla Corte europea dei diritti perchè appunto, pur avendo ricevuto le autorizzazioni nel 1999 per la copertura dell’80% del territorio nazionale, ricevette la possibilità di trasmettere solo nel 2009 e su una sola frequenza. Questo a causa di norme transitorie che hanno consentito per dieci anni il prolungamento dell’uso di frequenze da parte di emittenti già esistenti. 
decisione_Europa_7.pdf

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