Il 68,7% degli italiani è favorevole a trasformare l’evasione fiscale in reato: è quanto emerge dall’ultimo rapporto Eures. Solo il 18,3% sarebbe contrario a tale ipotesi (il 33% tra i lavoratori autonomi). Il 63,3% boccia l’azione del Governo in materia di contrasto all’evasione fiscale.
Il rapporto Eures rileva inoltre che è in nero il 60% delle prestazioni nella manutenzione della casa e nei servizi alla famiglia (colf, babysitter, badanti). Ma è record anche nelle ripetizioni private (89%) e l’evasione è al 40% nelle libere professioni. Maglia nera agli avvocati. Ancora troppi furbi nella ristorazione.
Il terzo rapporto Eures sull’evasione fiscale in Italia (dopo quelli del 2004 e del 2007) mostra dunque che “in 10 anni nulla è cambiato, ma per gli italiani la misura è colma”. Cioé cresce la voglia di “giustizialismo fiscale: sospensione delle licenze, delle abilitazioni e se non bastasse anche il carcere”.
Il rapporto analizza il comportamento fiscale di 52 categorie di lavoratori (14 artigiani e 8 fornitori di servizi alla persona, 10 professionisti, 16 commercianti, 4 operatori pubblici e privati nel settore alloggiativo turistico-ricettivo), attraverso l’esperienza diretta di un campione di 1.225 Italiani, rappresentativo della popolazione residente. “Ne emerge – spiegano da Eures – una generalizzata denuncia della diffusione dell’evasione fiscale ed una contestuale forte richiesta di rafforzare l’azione di contrasto”.
Molto alta l’adesione del campione all’ipotesi di sospendere l’abilitazione ai professionisti che non rilasciano regolare fattura/ricevuta, che raccoglie ben l’80,3% dei consensi a fronte di appena il 9,9% di opinioni contrarie (il restante 9,8% si dichiara “né favorevole né contrario”); anche in questo caso una maggiore intransigenza è espressa dai lavoratori dipendenti, favorevoli con l’87,2% delle adesioni alla proposta, condivisa tuttavia anche dal 69,1% degli autonomi. Allo stesso modo il 76,7% dei cittadini intervistati condivide l’ipotesi di sospendere la licenza ai commercianti che non rilasciano scontrino o ricevuta (i contrari si attestano sull’11,9% e sull’11,4% gli “indecisi”), con percentuali che raggiungono il valore massimo dell’82,2% tra i lavoratori dipendenti (a fronte del 66,3% tra gli autonomi).
Una minore uniformità di vedute si rileva infine sull’ipotesi di premiare i cittadini che denunciano gli evasori, dove le diffuse resistenze emerse sembrano riguardare il rifiuto della “delazione”, ovvero di una “società del sospetto” in cui i rapporti tra cittadini rischiano di avvitarsi in una pericolosa spirale involutiva; tale ipotesi, che pure riceve la maggioranza assoluta dei consensi (52%), vede infatti rispetto alle altre ipotesi considerate, una più consistente percentuale di contrari (29,2%), così come avviene per gli “indecisi” (18,8%).
Infine Equitalia: il 55% degli intervistati esprime un giudizio negativo sull’operato di Equitalia nel recupero crediti, mentre appena il 21% dichiara di apprezzarlo ed il 24% non esprime un giudizio di valore al riguardo (definendolo né positivo né negativo).