Tony Blair e il figlio Euan

Blair, Le Pen, Kennedy. Sono loro i nomi nuovi della politica del futuro. Nuovi? Sì, perché parliamo di Euan Blair, Marion Le Pen e Joseph III Kennedy, rispettivamente di ventotto, ventidue e trentadue anni.

Euan è il figlio più grande dell’ex primo ministro britannico Tony Blair, che, con il beneplacito di mamma Cherie, ha intenzione di entrare in politica, volendosi candidare al parlamento di Westminster tra le file del Labour; Marion, invece, è la nipote di Jean-Marie Le Pen, cioè il fondatore del Fronte Nazionale francese, che è diventata la più giovane parlamentare transalpina grazie alla vittoria ottenuta nelle politiche della Valchiusa. Joseph, infine, è il nipote di Bob Kennedy: si è laureato alla Scuola di Legge di Harvard dopo aver studiato Ingegneria a Stanford, e ha intenzione di conquistare in Massachusetts il seggio della Camera di Barney Frank, prossimo al pensionamento.

Le nuove leve della politica internazionale, dunque, hanno radici ben salde, e possono contare, in primo luogo, sul solido sostegno della famiglia. Basti pensare a Blair junior, fino a qualche mese fa banchiere da Morgan Stanley, la cui futura discesa in campo è stata benedetta dalla madre Cherie e dal padre Tony, oltre che da Tom Watson, una delle personalità più rappresentative del partito laburista, che ne ha apprezzato le doti di attivista. Dopo aver vissuto per diverso tempo negli Stati Uniti, studiando come stagista in diversi uffici di parlamentari (sia repubblicani che democratici) del Congresso, e dopo aver lasciato da parte le marachelle che hanno caratterizzato gli anni della sua adolescenza (una volta venne trovato ubriaco in una piazza londinese; in seguito, in Italia salì agli onori delle cronache per essersi reso protagonista di schiamazzi in un albergo di Ponza), Euan sembra intenzionato a entrare a far parte della vita politica del suo Paese in prima persona.

Marion Le Pen, invece, faccia d’angelo e pugno di ferro, può contare su un nonno come Jean-Marie Le Pen e una zia come Marine Le Pen: come dire, è stata allevata a latte e slogan di estrema destra. Trionfatrice alle elezioni grazie a un serrato porta a porta, a continui tour nelle città e a una campagna praticamente a costo zero, rifiuta la definizione di fascista, sostenendo che non condivide in toto il programma del partito, dichiarandosi contraria, per esempio, alla pena di morte. Entrata in politica su richiesta del nonno, dopo aver esplicitamente affermato di non essere interessata a questo tipo di attività, Marion, classe 1989, è riuscita nell’impresa di riportare dopo un quarto di secolo il Fronte Nazionale all’Assemblea Nazionale, facendo meglio – anche se indirettamente – di zia Marine. Il suo spirito giovane e il suo sguardo fresco, uniti a una dialettica evidentemente apprezzata, hanno permesso al partito di mostrarsi meno estremista rispetto a come appariva fino a qualche tempo fa.

Infine, Joseph Patrick Kennedy (III, come nelle figurine dei calciatori) è figlio di Joseph Patrick Kennedy II, a sua volta politico democratico, e nipote di Bob Kennedy. Dopo aver intrapreso la carriera di avvocato, ha deciso di tentare l’esperienza politica, candidandosi alla Camera per il seggio del quarto distretto congressuale del Massachusetts che alla fine dell’anno sarà lasciato libero da Barney Frank. Favorito da un cognome che è già storia, e da un curriculum di tutto rispetto (è stato volontario per il Peace Corps – organizzazione fondata da John Kennedy, suo prozio – nella Repubblica Dominicana, e come avvocato ha lavorato nel District Attorney della Middlesex County), si prepara ad essere l’ennesimo Kennedy protagonista della vita politica americana e – chissà – magari mondiale.

Insomma, dal Regno Unito alla Francia, passando per gli Stati Uniti, l’emergere di nuove o il prolungarsi di vecchie dynasty appassiona il popolo, entusiasma gli organi di informazione e permette ai vecchi protagonisti della politica di rimanere in auge, grazie ai loro rampolli. Ma questi ultimi saranno capaci di essere fedeli e adeguati al nome che portano? Lo sapremo tra qualche anno.

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