L’ “oltre” di Michela Zanarella realizza un’apparentemente impossibile sintesi: racchiudere l’infinito. Un’impresa che Friedrich Nietzsche ha costruito con la ragione. Michela Zanarella con l’amore. E chi sostiene che amore e ragione popolino due mondi distinti, seppur complementari, leggendo “L’estetica dell’Oltre”, la raccolta di poesie di Michela Zanarella edita per ArteMuse Editrice, deve ricredersi.

In realtà l’amore dovrebbe essere ingrediente insostituibile della ragione, necessario a condurla lungo i sentieri che la luce del razionale non basta a rischiarare.

Per Nietzsche l’oltre è l’Oltreuomo, capace di assumere su di sé il senso profondo del nichilismo e superarlo, rendendosi autore e creatore di nuovi valori. Con Zanarella scopriamo che non è necessario purificarsi – o contaminarsi, forse – nel nichilismo passivo per aspirare a risorgere attraverso la multiforme rivalutazione dell’esistenza offerta dal nichilismo attivo. E’ sufficiente, invece, imparare a leggere i colori delle emozioni, a riconoscere i sapori delle suggestioni per avere a portata di mano l’Oltre. Restituendo così all’estetica il posto che le era stato assegnato da  Alexander Gottlieb Baumgarten, fin dal 1735, nella sua tesi di laurea Meditazioni filosofiche su argomenti concernenti la poesia.

Perché “aesthetica”, per i troppi che giorno dopo giorno lo dimenticano, ha origine dalla parola greca αἴσθησις, “sensazione”: dunque, percepire attraverso la mediazione del senso. E il senso non può che cercare la sua chiave di volta nella poesia: Michela Zanarella l’ha trovata.

Michela Zanarella, L’Estetica dell’Oltre, ArteMuse Editrice, collana Castalide, euro 11.90

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