L’equiseto è una delle piante più antiche al mondo. Infatti è l’unico discendente delle felci che ricoprivano la terra circa 200 milioni di anni fa. Il ritrovamento di resti fossili di alcune specie di Equisetales indicano che esisteva già alla fine del Devoniano (395-345 milioni di anni fa).
Diffuso in tutto il mondo, l’equiseto deve il suo nome al latino Equisetum = crine di cavallo e all’appellativo Arvense = campestre che ne testimonia la diffusione in zone rurali e prevalentemente in terreni acquitrinosi. Potentissimo rimineralizzante, l’equiseto lega il suo nome a tutte le patologie che riguardano le ossa. Talmente ricca di silice, oltre a potassio, magnesio e calcio, da essere una sorta di polvere d’osso, ha un legame quasi simbolico con lo scheletro umano.La forma dell’equiseto è un richiamo alla struttura ossea dell’uomo. Si proietta verso l’alto , ma non ha ancora la capacità di uscire dalla terra con il fusto, che non è, come può sembrare, una radice, ma è una specie di rizoma, che ha preceduto radice e rami.
L’equiseto, tradizionalmente, era ritenuto “sasso che si alza al cielo” ed era utilizzato in agricoltura contro il cancro, la “ruggine”, ed altre malattie delle piante coltivate. Sotto forma di impasto l’equiseto veniva spalmato sulla spina dorsale al fine di migliorare le prestazioni sessuali. Galeno sosteneva che era in grado di guarire strappi di tendini e legamenti e di favorire l’arresto delle emorragie nasali. Nell’antica Roma, i germogli di equiseto venivano consumati come alimento durante le pestilenze, i medici dell’antica Cina usavano questa erba per trattare ferite, emorragie e artriti. Ma è nella cura di tutte le patologie articolari che l’equiseto trova il suo migliore utilizzo. Anche da un punto di vista simbolico, l’equiseto, privo di fiori, possiede quell’energia primordiale che fortifica la struttura ossea umana e gli consente, quindi, di stare in piedi. Non avendo disperso energie nel formare fiori può, infatti, concentrare tutta la sua forza nel rizoma e, analogicamente, nel curare le ossa. Da notare anche che l’equiseto è l’unica pianta in grado di assorbire l’oro sciolto nelle zone acquitrinose in cui cresce, e l’oro, appunto, è il minerale elettivo per la cura delle malattie articolari. Per l’elevata presenza di sali minerali l’equiseto contribuisce alla cura di tutte le malattie osteoarticolari, artriti, osteoporosi, nonché alla guarigione di fratture o tendiniti. E’inoltre molto utile in caso di unghie e capelli fragili, nonché come potente diuretico in caso di ritenzione idrica.