«A seguito delle decisioni assunte oggi dalla Direzione nazionale del Partito Democratico, ho informato il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, della mia volontà di recarmi domani al Quirinale per rassegnare le dimissioni da presidente del Consiglio dei Ministri».
Con questo comunicato pubblicato sul sito del Governo, Letta ha annunciato le sue dimissioni.
Il premier non si è recato alla direzione del Pd “per non spaccare il partito” che con 136 voti a favore, 16 contrari e due astenuti ha approvato il documento del segretario con il quale si chiede una fase nuova, con un nuovo esecutivo.
Secondo il programma del segretario Pd Matteo Renzi serve un nuovo governo, una legislatura costituente fino al 2018 con al centro le riforme.
Questo il documento votato dalla direzione del Pd:
«La direzione del Partito democratico esaminata la situazione politica e i recenti sviluppi, ringrazia il presidente del Consiglio Enrico Letta per il notevole lavoro svolto alla guida del governo – esecutivo di servizio, nato in un momento delicato dal punto di vista politico, economico e sociale – e per il significativo apporto dato, in particolar modo per il raggiungimento degli obiettivi europei;
– assume il documento Impegno Italia come contributo per affrontare i problemi del paese;
– rileva la necessità e l’urgenza di aprire una fase nuova, con un nuovo esecutivo che abbia la forza politica per affrontare i problemi del paese con un orizzonte di legislatura, da condividere con la attuale coalizione di governo e con un programma aperto alle istanze rappresentate dalle forze sociali ed economiche;
– invita gli organismi dirigenti, legittimati dal congresso appena svolto, ad assumersi tutte le responsabilità di fronte alla situazione che si é determinata per consentire all’Italia di affrontare la crisi istituzionale, sociale ed economica, portando a compimento il cammino delle riforme avviato con la nuova legge elettorale e le proposte di riforma costituzionale riguardanti il titolo V e la trasformazione del Senato della Repubblica e mettendo in campo un programma di profonde riforme economiche e sociali necessarie alla promozione di sviluppo, crescita e lavoro per il nostro paese».