La discarica di Cupinoro cesserà di operare a fine 2012. L’attuale situazione di illegalità in cui opera potrebbe rapidamente degenerare in uno stato di emergenza analogo a quella di Malagrotta e all’avvio di una procedura di infrazione europea, considerato che il Comune di Bracciano, la Provincia di Roma e la Regione Lazio non sembrano pronti ad affrontare una radicale riconversione verso la raccolta differenziata spinta porta a porta con recupero, riciclo, riuso dei materiali e compostaggio della frazione umida.

Il Lazio è in grave ritardo rispetto agli obiettivi di riduzione dei rifiuti indifferenziati e di raggiungimento del 65% di differenziata al 31.12.2012, raccolta differenziata spesso realizzata con metodi che comportano grandi quantità di scarti (ad esempio la raccolta stradale): occorre diffondere in tutta la Regione ed in primis a Roma la raccolta differenziata spinta porta a porta e realizzare gli impianti necessari per la chiusura del ciclo.

Non è più possibile continuare a conferire rifiuti indifferenziati – ma solo la frazione residua opportunamente trattata e resa inerte – e Comune, Provincia e Regione non sembrano pronti ad affrontare la situazione.

Il Comune di Bracciano e la SpA pubblica Bracciano Ambiente propongono la realizzazione di un grande impianto di selezione a valle – TMB, per il trattamento meccanico biologico – in grado di trattare circa 130.000 tonnellate di rifiuti ogni anno: questa taglia abnorme è coerente solo con la convinzione che i Comuni conferitori continueranno a scaricare grandi quantità di indifferenziato, o con la dichiarata ipotesi di accogliere altri rifiuti provenienti dal resto della Provincia o della Regione. Verrebbero così prodotte circa 50.000 tonnellate/anno di rifiuti inertizzati, che in 20-30 anni corrispondono a circa 1 milione/1 milione e mezzo di tonnellate, accolte nella nuova volumetria di 1 milione e 200 mila metri cubi indicata da Bracciano Ambiente alla Regione (comunicazione di Novembre 2011).

Siamo contro questa nuova megadiscarica con un impianto di trattamento dei rifiuti che separa una bassa percentuale di materiale da riutilizzare, e produce molto CDR da bruciare in inceneritori come quello “ipotizzato” a Pizzo del Prete, compost di qualità scadente non utilizzabile in agricoltura, e una grande percentuale di rifiuti inertizzati da conferire in discarica.

Tutto ciò senza alcuna programmazione di bacino (la Provincia non indica niente) e accettando il piano della Polverini che sostanzialmente presuppone l’impossibilità di raggiungere il 60% di differenziata e prevede la realizzazione (come sta avvenendo) di discariche e inceneritori.

Di fronte a questa situazione chiediamo una POLITICA SERIA, ed una programmazione di bacino finalizzata al raggiungimento di obiettivi di raccolta differenziata spinta che preveda il corretto dimensionamento degli impianti di trattamento dei rifiuti, l’esclusione dell’incenerimento, la minimizzazione delle discariche per i rifiuti stabilizzati, e misure idonee a eliminare i rischi per la salute dei cittadini e per l’ambiente.

Rispetto all’emergenza legata alla scadenza di Dicembre 2012, nella consapevolezza che appare quanto mai azzardato ritenere che a tale data la discarica possa essere chiusa, chiediamo:
– di avviare una campagna straordinaria di adozione spinta della differenziata nei comuni che conferiscono a Cupinoro, programmata e coordinata con Provincia e Regione e da questi enti finanziata, che porti a raggiungere le percentuali previste dallo scenario di piano regionale (60% entro il 2012);
– di evitare di assumere misure emergenziali che si configurerebbero come soluzioni definitive, quali la realizzazione di impianti TMB o inceneritori incompatibili e inutili in un quadro di raccolta differenziata diffusa;
– di predisporre un “piano di gestione straordinaria di Cupinoro” che acceleri la chiusura della discarica e disincentivi fortemente i Comuni a conferire indifferenziato: occorre rivedere il prezzo di conferimento secondo un’ottica di penalizzazione progressiva dei Comuni non virtuosi, generando così fondi che Regione e Provincia gestiranno per l’incentivazione della RD;
– di aggiornare, secondo il quadro presentato, le prospettive relative a impiantistica, sia sulla filiera di differenziata che su quella di indifferenziata residua, e mini-discarica di servizio necessari;
– di istituire, da subito, un Comitato della Trasparenza e Partecipazione (CTP), con la presenza di cittadini di Bracciano e del comprensorio, che, anche in ottemperanza della legge nazionale che ha adottato la direttiva europea sulla “Convenzione di Aarhus”, partecipi alla gestione della transizione verso la futura situazione ordinaria e stabile.

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