Il Tribunale amministrativo del Lazio ha rigettato il ricorso presentato dall’Associazione nazionale avvocati italiani sul regolamento che stabilisce le nuove regole per l’elezioni degli ordini degli avvocati. Già presentato il ricorso davanti al Consiglio di Stato.

“Il provvedimento a dir poco “pilatesco” apre con un’affermazione “di cautela” che può dar luogo a disparate interpretazioni e dispute sul piano giuridico ” dichiara il presidente Anai Maurizio De Tilla riferendosi alla parte in cui l’ordinanza dichiara “Ritenuto necessario rinviare alla più approfondita fase di merito l’esame della questione, di indubbio spessore, relativa all’ammissibilità del ricorso per essere stato, etc.”
In realtà il T.A.R. Lazio, ha continuato De Tilla “nel consentire l’attuazione del regolamento elettorale impugnato salvo successive impugnative, ha dato sostanzialmente ingresso – sul piano generale – alla immediata applicazione di un vero e proprio “Porcellum” forense che lede i diritti delle minoranze ed attribuisce agli avvocati elettori la possibilità di mettere una “X” sul simbolo della lista per votare in blocco tutti i candidati. Il che viola la legge di riforma forense, i principi costituzionali di rispetto delle minoranze e di pluralismo rappresentativo, nonché i pareri contrari espressi dalle Commissioni Giustizia della Camera e del Senato”.
“Non assumendosi una diretta responsabilità – ha continuato il presidente Anai – il T.A.R. rimette all’iniziativa sul territorio la impugnabilità concreta delle violazioni a seconda della strutturazione delle liste e dell’esito delle elezioni. Il T.A.R. ha così promosso un anarchismo giurisdizionale che paralizzerà in molteplici sedi il corretto funzionamento degli ordini e la loro legittimità.
Si potranno sottrarre a questo pericolo solo quelle liste e quei candidati che rispetteranno i diritti delle minoranze (con la votazione limitata ai due terzi) e il principio del voto individuale e non collettivo”.
Per tutelare la democrazia forense l’ANAI prosegue, quindi, nella iniziativa davanti alla Giurisdizione amministrativa.
“È appena il caso di dire – ha concluso De Tilla – che la rappresentanza di genere è già interamente tutelata dalla inderogabile riserva del terzo. E non ha senso affermare che vada doppiamente assicurata con un superficiale, irrilevante ed accorpante criterio elettivo, quale ha l’unica finalità di far fuori quelle minoranze non diversamente garantite”.

 “Approfondiremo con attenzione la sentenza del Tar, ma non possiamo  escludere di ricorrere l’appello al Consiglio di Stato. Stiamo conducendo una battaglia di democrazia e di civilta’, per l’affermazione di un principio sacrosanto contenuto nella legge che, in quanto tale, non puo’ essere sacrificato ad altri, ma con altri deve essere contemperato”.
Lo dichiara il segretario generale dell’Associazione Nazionale Forense Ester Perifano, commentando la decisione del Tribunale amministrativo del Lazio, che  ha respinto la richiesta di sospensiva del regolamento per la elezione dei Consigli degli Ordini degli Avvocati di tutta Italia.
“L’ordinanza con la quale il TAR rigetta la sospensiva, seppure diligentemente motivata, sembra, a prima vista, non centrare esattamente le questioni, ragion per cui  – continua Perifano –  pur auspicando una rapida soluzione della questione, non possiamo accantonare a cuor leggero l’idea di elezioni libere e consapevoli. Lo stesso TAR, d’altronde, ritiene necessario che la valutazione del vulnus relativo alle minoranze debba formare oggetto di esame solo a risultato acquisito”.
“Il rischio di altro contenzioso, dunque, rimane alto” conclude Perifano.

Di Golem

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