GENOVA. Una mostra esclusiva per l’Italia su Edvard Munch, per i 150 anni dalla nascita, inaugurata il 6 novembre resterà aperta fino al 27 aprile 2014, una sul fotografo francese Robert Doisneau (29 settembre-26 gennaio), un’altra di gigantografie sul mondo industriale a cura della Fondazione Ansaldo, e poi tantissimi spettacoli e incontri “perché – ha detto il sindaco Marco Doria – crediamo nella cultura come riscatto e nel volontariato civile come molla di cambiamento”. L’appuntamento genovese, si presenta sulla scena come l’unica mostra antologica che nell’anno dell’importante ricorrenza abbia varcato i confini norvegesi. Non stupisce pertanto che a curarne l’esclusivo allestimento sia stato chiamato Marc Restellini, direttore della Pinacotheque de Paris annoverato tra i maggiori esperti dell’arte di Munch.
Il Palazzo Ducale si fa pertanto teatro di una cruciale rivoluzione pittorica che lasciò il segno nella storia del Novecento, esibendo lavori angoscianti, visionari, anarchici, raffinati e nevrotici che tra il 1880 e il 1944 misero in discussione i movimenti riconosciuti determinandosi come pura avanguardia.
All’interno del percorso che si snoderà nell’Appartamento del Doge, i visitatori potrammo ammirare anche “Warhol after Munch”, mostra nella mostra che presenta una serie di opere realizzare dal re della pop art e ispirate alla produzione del maestro norvegese.
Nel 150esimo anniversario della sua nascita, Edvard Munch è celebrato in tutto il mondo. Curata da Marc Restellini, direttore della Pinacotheque de Paris, che nel 2010 dedicò al maestro norvegese una straordinaria esposizione visitata da oltre 600mila persone, la mostra è promossa dal Comune di Genova e da Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura. “Realizzare questa mostra proprio nell’anno delle celebrazioni e con le enormi difficoltà legate ai prestiti di Munch è stato un miracolo – dichiarano gli organizzatori – La scommessa è stata altissima, ma vedremo opere straordinarie, concesse dai più importanti collezionisti di Munch”. Il percorso espositivo infatti racconterà tutta l’evoluzione artistica di Munch con oltre 120 opere provenienti dalle più prestigiose collezioni internazionali.
“Munch dipinge ciò che vede – racconta Marc Restellini – ma oltre le proprie paure ha anche una nuova visione dell’arte che è pura avanguardia e in questa mostra saranno esposte le sue opere più belle, sentite, amate e sofferte”. Per questo motivo l’esposizione di Palazzo Ducale è allo stesso tempo rappresentativa del percorso artistico ed esistenziale di Munch, ma anche testimonianza del passaggio da un naturalismo di stampo impressionistico a una pittura nuova e audace che contribuisce in maniera determinante a sconvolgere tutta l’arte del XX secolo. “La mostra racconta – continua Restellini – un Munch artista che potremmo in qualche modo considerare il contrario di tutto ciò che esisteva fino ad allora. Munch si oppone deliberatamente a ciò che vede e conosce. In una logica quasi anarchica, si mette in contrasto con l’impressionismo, il simbolismo, il naturalismo per inventarsi una forma di espressione artistica in rivolta contro tutto ciò che sin dalla sua infanzia gli è stato presentato come regola sociale”.