Ogni umano proprietario di cane coltiva nel profondo del suo cuore il legittimo desiderio di avere un cane amico educato. Educato non significa cane-robot.
Significa cane che non trascini il suddetto umano sotto il primo tir di passaggio soltanto per aver annusato un frammento di molecola ormonale della cagnetta consenziente che vive a trecento chilometri di distanza.
Significa cane che non svaligi la pattumiera tre volte al giorno, che non divori regolarmente cellulari, telecomandi e calzini, che non si comporti come un lascivo bonobo, montando con voluttà tutta la famiglia, compresa l’anziana suocera obesa.
Educato vuol dire cane che quando ci si accinge a mangiare un benedetto boccone, finalmente riuniti intorno al desco familiare, eviti di mendicare per ore con il muso per aria, la zampa protesa e lo sguardo piangente di creatura biafrana a digiuno da tre settimane.
Cane che non rivendichi il proprio posto nel sacro talamo nuziale, rivolgendo al suddetto umano che si azzardi a sollevare le coperte un inquietante, minaccioso sorriso a quarantadue denti, e che magari non ritenga di essere un wrestler nel ring pronto a dichiarare guerra all’ultimo ciuffo di peli e all’ultimo sangue tutte le sante volte che vede passare lontano duemila miglia un cospecifico dello stesso sesso!
Per ottenere un cane educato, l’unico modo possibile è rivolgersi a un serio educatore cinofilo. In Italia non esiste una normativa che regoli la professione. In realtà chiunque abbia o non abbia completato un qualsiasi percorso formativo può rivendicare conoscenza della specie canina e lavorare, benissimo o in modo nefasto, senza timore di essere disturbato.
Un tempo erano di moda gli Addestratori. Erano tipi molto virili (anche le rare donne), pelosi e muscolosi (anche le rare donne), con lo sguardo rivolto verso l’infinito e nessun dubbio mai. Usavano discutibili attrezzi quali: collari con le punte, strangoli, collari elettrici, frustini e tutto l’armamentario sadomaso disponibile nei migliori sexy shop e anche nei peggiori. Per fortuna trattasi di specie in via di sparizione, ma mai abbastanza. Poi è stata la volta di chi professava l’Educazione Gentile. Gli Educatori Gentili sono persone sorridenti, dall’approccio delicato e rispettoso. Alcuni di loro farebbero tranquillamente fuori a colpi di accetta il bambino del vicino, ma guai a sgridare il cane! Per molto tempo non esistevano altro che Educatori Gentili, guai a non rientrare nella categoria.
Da un po’, invece, va per la maggiore il Sussurratore. Chi è costui? È un asceta. È un uomo che ha scelto di vivere into the wild. Un guru cheluienessunaltro conosce gli arcani principi di comunicazione con la Natura! Di solito è vegetariano, frequentemente vegano. Lo vedi rimanere in silenzio, assorto, emettere misteriosi segnali di pacificazione mentre il cane gli urina sui pantaloni. Lui resta impassibile. Sorride. Sussurra. Non ha capito un tubo di strategie per la leadership, ma almeno non fa troppi danni. Come quel Cesar Millan, il Dog Whisperer, il guru americano dei cani, già tolettatore di quattro zampe, laureato sussurratore col suggello della National Geographic. Forte del sostegno mediatico, è famoso in tutto il mondo. Scioccati l’abbiamo visto sussurrare, mentre sferrava calci nel ventre dei cani indisciplinati dei suoi clienti. Basiti, lo abbiamo guardato quando li strattonava brutalmente, senza smettere di sorridere. Allibiti, lo abbiamo osservato mentre, in posizione di attacco Tarzanesco, fomentava l’aggressività dei cani, sfidandoli ad azzannarlo. Increduli, lo abbiamo udito maltrattare i clienti intimoriti, patetiche marionette atterrite dalla sua onniscienza, disorientate dai sensi di colpa e dalla propria manifesta inferiorità/inettitudine nella gestione del cane, nessuno di loro in grado di balbettare una minima protesta o di porsi un fantasma di dubbio sulla giustezza o legittimità dei discutibili metodi del Millan-tatore sussurratore.
I veri sussurratori sono pochi, ahimè. Li ho visti all’opera e ci sanno fare davvero. Basano le loro tecniche e strategie sulla reale conoscenza dell’etogramma della specie Canina e del comportamento del cane in trattamento che hanno osservato a lungo, e non su assurdi metodi arcaici applicati trent’anni fa! Quanto a me, io ai cani non sussurro, no, ma in compenso con loro parlo, polemizzo, litigo, ironizzo. Così, dopo l’Uomo che sussurrava ai cavalli e le Donne che corrono con i lupi, ci sono io: la donna che sproloquia con i cani.
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