La casa editrice che voglia sperare di restare sul mercato oggigiorno deve mettere in cantiere un numero di presentazioni dei libri da essa editati più alto possibile.
La permanenza media di un libro in libreria è ormai crollata a trenta-sessanta giorni, il che non solo determina un turn-over impressionante di titoli in libreria ma, ancor di più e peggio, decreta la senescenza di un numero elevatissimo di titoli nel volgere di pochissime settimane.
L’unica soluzione a questa deriva folle è cercare di far vivere al libro una vita parallela attraverso presentazioni nei luoghi più disparati, dalle tradizionali librerie alle fiere d’ogni genere, dai club ai circoli, dalle associazioni alle parrocchie e così via.
Questo, naturalmente, comporta dei costi e non poche difficoltà. E anno dopo anno – complice la crisi e i tanti furbetti che ne approfittano – detti costi crescono immancabilmente.
Proviamo a determinare il costo medio di una singola presentazione. Cominciamo dalle spese di spedizione dei libri e da quelle per riavere indietro i testi invenduti. Diciamo quindici euro per entrambe le cose, ma spesso non bastano. A questo si aggiungono costi irrisori come carta e toner per i documenti d’accompagno, scatoloni e scotch per l’imballo, telefonate per l’organizzazione dell’iniziativa, costi di promozione della stessa con la stampa e così via. Volendo quantificare in due euro a iniziativa tutto questo, capirete che per cinquecento presentazioni l’anno vuol dire “bruciare” mille euro senza aver prodotto nulla, se non potenziali rifiuti (l’imballo) e inquinamento (la spedizione via furgone e la produzione di quel che viene spedito).
La presentazione di solito vede l’autore dialogare con un moderatore. Si aggiunga allora il costo del libro e della spedizione dello stesso per il moderatore, quando non è anche la realtà ospitante a chiedere il medesimo omaggio e quando i relatori/moderatori non sono due o più. Restiamo sul singolo moderatore e calcoliamo due euro di costo di produzione del libro omaggiato, un euro e cinquanta tra spedizione come piego di libro dell’omaggio, busta e scotch, più il tempo per andare a spedire alla posta il tutto.
L’autore deve poi arrivare nel luogo in cui è invitato a presentare: auto propria, treno, pullman, aereo, nave, disco volante o altro, lo spostamento ha un costo, da coprire, a meno che non sia ospite, come auspicabile, a spese dell’organizzatore, oppure si paghi da sé le spese o viva molto vicino. A questo si aggiunga il costo di un pernottamento e della cena. Diciamo, in pacchetto, cento euro per tutto, ma ormai non bastano, visti gli aumenti esorbitanti dei prezzi dei biglietti dei treni e della benzina e che un tre stelle a volte infimo in città di media grandezza costa tra i quaranta e i sessanta euro e i b&b non te li tirino certo dietro.
Quelli sopra elencati sono i costi medi per una singola presentazione. Diciamo 125 euro per una singola iniziativa, ma spesso sono insufficienti. Moltiplicando per quattrocento o cinquecento eventi simili in un anno, fa una cifra mostruosa, che nessuno, nemmeno i grandi editori, può permettersi. Ed è improbabile che le vendite dei libri vadano a coprire questi costi, poiché si tratta di vendere dieci-quindici libri a presentazione solo per livellare il buco, ma ormai con la crisi economica sempre meno persone acquistano volumi alla fine di una presentazione.
L’unica soluzione è quindi selezionare il più possibile le iniziative, auto-limitandosi, e vincolare la presentazione alla copertura dei costi da parte di terzi. Quasi impensabile riuscire ad avere un gettone per l’autore. E non di rado, nonostante editori e organizzatori facciano i salti mortali per reperire i soldi, ci sono autori che si lamentano magari per aver dovuto prendere un giorno di ferie per incontrare i loro lettori in una città o per l’affluenza non soddisfacente.
Ora, che l’Italia sia un Paese in cui l’iniziativa privata viene soffocata con forza, questo era noto. Ma sinceramente a volte si resta disarmati dal fatto che anche gli autori remino contro gli interessi comuni, a cominciare dai loro (e dal logo noto ego): incontrare i lettori e vendere copie autografate. Bisognerà inventare autori-robot…