“Sono felice della mia vita e non ho nessun rimpianto!” A esclamare, con forza, pronunciando queste parole e senza nessuna titubanza è Cristina Acquistapace, donna con la sindrome down, consacrata Ordo Virginum Diocesi di Como. Nel momento stesso in cui la senti parlare, rimani rapito, le sue parole arrivano dritte al cuore. Cristina a causa della sindrome down ha tanti acciacchi, non vede molto bene, ha dolori forti alle gambe e capita che si debba muovere in sedia a rotelle, ma emana una gioia e una saggezza fuori dal comune.
Insieme alla madre Marilena Sutti gira l’Italia in lungo e in largo, incontra tanti giovani per dire loro “la vita è bella non abbiate paura, superate i pregiudizi”. Quando comincia a parlare ogni platea si zittisce e ascolta a bocca aperta, nessuno si aspetta che una persona con la sindrome down parli con tanta profondità. Racconta di essere nata in una famiglia semplice della Valtellina, in Lombardia, che le ha voluto bene e ha sempre creduto in lei, non l’ha trattata come una bimba diversa ma semplicemente come una figlia da amare.
Tante volte ha dovuto scontrarsi con i pregiudizi – la gente guarda con circospezione il diverso – ma li ha superati grazie a una grande ironia e all’appoggio di una madre che l’ha sempre spinta a migliorarsi. Ha frequentato tutte le scuole fino ad arrivare a diplomarsi, aveva anche un piccolo lavoro in una cooperativa (dove lavorava in cucina) che ha dovuto lasciare per motivi di salute. Verso i sedici anni si è anche innamorata di un ragazzo con la sindrome down, un po’ come tutti gli adolescenti. Ha sempre amato viaggiare e (più volte) è partita in Africa in missione, e in uno di questi viaggi ha deciso di consacrarsi a Dio.
Aveva visto tante situazioni di povertà e negli occhi di uno di questi bimbi si è sentita chiamare, ha sentito l’esigenza di donarsi tutta, per gli altri. Tornando in Italia ha parlato con sua madre dei suoi propositi. Marilena rimane sconcertata e risponde: “ Figlia mia ma cosa hai fumato in terra africana? Sei impazzita?”. Cristina è ferma nella sua scelta. Dalla Chiesa le chiedono di fare dieci anni di riflessione e cinque di studi teologici: supera tutto e alla fine è ordinata. “ Una vita piatta non mi piace- afferma Cristina – senza novità, senza nuove sensazioni… chi vive un’esistenza sempre uguale, a mio parere, muore lentamente”. In un incontro a Catania, con i giovani dell’Istituto Lombardo Radice, si respirava un’atmosfera di grande pathos e quando alla fine della sua testimonianza ha chiesto di essere abbracciata da ognuno di loro, c’è stato un momento (di stupore e) commozione generale. Tutti i ragazzi si sono messi in fila per abbracciarla e più di uno si è fermato per chiederle consigli. A Schio, in provincia di Vicenza, nel corso di un incontro con i ragazzi del liceo Tron alla fine della sua testimonianza ha detto: “ Ho un sogno, vorrei andare in Mongolia, per incontrare, io mongola finta, dei mongoli veri”.
P.S. Tanti auguri Cristina! Oggi 10 agosto, compi quaranta anni. E’ stato un gran dono conoscerti. Auguri da Riccardo Rossi, Marina Bertolino, Andrea Castelli a nome dei ragazzi dell’Istituto Lombardo Radice di Catania.