Nel bunker di Papa Ratzinger gli avvoltoi affilano i coltelli della censura prima di giocare al piccolo inquisitore con le chiappe del prossimo. I ribelli della libera opinione hanno una voce in tutto il mondo tranne che in Italia, dove sono schiacciati dalle balle di chi crede in un Dio invisibile ed esentasse, supportato da un governo altrettanto assente e protetto dal fisco.
La nefasta alleanza di preti, Opus Dei e Moige, oltre a tenere i conti degli incassi giornalieri, si scaglia contro i nemici della superstizione, impedendo la circolazione di punti di vista diversi dalla genesi biblica. Il male contemporaneo è costituito dal cinema, ormai in mano ai miscredenti che non sacrificano il proprio conto in banca sulla croce del martirio.
Tra le vittime illustri il film “Dogma” di Kevin Smith, uscito al cinema in tutti i paesi liberi, dai quali siamo esclusi per demeriti sul campo. Forse era troppo distribuire proprio nell’anno del giubileo un film in cui Alanis Morisette interpreta Dio e due angeli cercano di tornare in paradiso. Di contro sono usciti titoli come “Religiolus”, “Angeli e Demoni” ed “Agorà” che hanno certamente fatto incazzare il pontefice e i suoi amichetti. Tra i potenti invidiosi dell’altrui cervello funzionante il secondo posto va all’ex premier Berlusconi, che ha messo il veto sul documentario “Silvio Forever”.
Curioso poi che la battuta di una squillo sul primo ministro italiano (senza che ne venga menzionato il nome) nel film “Il Dittatore” sia stata tagliata. Il rifugio segreto dei capi di stato è isolato dallo spazio e dal tempo e al suo interno si ragiona come nel medioevo, epoca d’oro della credulità popolare. Questi signori forse non hanno mai sentito parlare di internet e di telecomunicazioni, viste le figure di merda che fanno al telefono, e probabilmente Galileo, Giordano Bruno e la carboneria oggi avrebbero un blog e i loro vestiti non puzzerebbero di bruciato.