La notizia che sta facendo il giro del mondo in questi giorni è quella degli alimenti fiabeschi che Berlusconi darà alla ex moglie: centomila euro al giorno, per un totale di 36 milioni di euro l’anno. Praticamente una manovra finanziaria.
Editoriali, video, immagini, storie, fotoracconti, di nuovo l’Italia (e il mondo intero) è inondata degli affari privati di un uomo che ha governato per anni un paese europeo deviando l’agire politico sulle sue necessità fisiologiche e ormonali, e sulle conseguenze di queste, prima in ambito familiare privato, e successivamente in quello pubblico.
La sovrapposizione della politica del paese con la vita personale di Berlusconi, comprensiva di dettagli riguardanti il suo corpo e la sue facoltà riproduttive, è stato segnato proprio da Veronica, che ha rotto il tradizionale silenzio. E come l’ha rotto. Da subito si è servita dei media nazionali per lanciare avvertimenti al marito, forte del fatto che si trattava non di una persona qualsiasi, ma del capo del governo. La res publica era perciò una dependance della villa di Macherio, un luogo in cui sfogarsi. Un eccesso della sua corte personale.
L’osceno non fu solo la mancanza di pudore nell’informare l’Italia delle proprie vicende personali, ma il fatto che l’ opposizione a Berlusconi è avvenuta con le ragioni di Veronica che ha affidato le sue lamentele a un quotidiano che, ironia della sorte, si chiama proprio Repubblica.
Se oggi entrambi hanno rinunciato all’ “addebito per colpa” evitando così di inondare il paese di dettagli cafoni sulle loro infedeltà, la motivazione della causa di divorzio è l’aver leso la dignità di donna e di madre della signora Lario.
Più di tutti echeggiò all’epoca (era il 2009) il “ciarpame senza pudore”, per dire delle veline candidate alle elezioni europee, e la “vergine offerta al drago”, riferito alla giovanissima Noemi Letizia di Casoria che trescava col marito. Fu perciò l’angoscia privata di Veronica che diede il via a delle aperture mai viste nei media italiani sulla questione femminile. Si può anzi dire che il movimento Se non ora quando, nato per mezzo di Repubblica sia esistito a seguito dello sfogo di Veronica.
In Italia si è ricominciato così a parlare di diritti delle donne. Questo ce lo dobbiamo ricordare bene quando ci stupiamo che esista ancora un parroco come Don Piero Corsi che accusa le donne di provocare e che quindi se la sono andata a cercare se qualcuno le fa fuori. Poco prima di Veronica, ogni rivendicazione femminista era solo tema per “veterofemministe”. Come i diritti sul lavoro, perciò, arcaismi contro la modernità e il progresso.
Le reazioni corali delle donne all’epoca furono delle più varie. Le più furbe hanno approfittato degli spazi che si aprivano sui media per far emergere finalmente quale disastro anche economico comportasse un disinteresse così pervicace alla causa femminile. Sono cominciati a emergere dati, cifre, confronti con gli altri paesi. Si è riparlato delle donne, anche in modo assurdo, tutti però a partire da una percezione comune: quel divario era il frutto di un’arretratezza culturale.
Qualcuno a sinistra volle addirittura candidare Veronica da qualche parte.
Pochi, se non nessuno, rilevarono che la moglie di Berlusconi viveva (apprendiamo oggi) con una corte del costo di 50 mila euro al mese, e che le donne che avevano ferito la sua sensibilità “di donna e madre” fossero un perfetto prodotto del cervello della nazione venduto da suo marito alla pubblicità.
Come disse nell’ormai notissima frase Patrick Le Lay, patron della tv commerciale francese TF1, “vendiamo alla pubblicità il cervello disponibile degli spettatori”: il berlusconismo prodotto culturale della sua televisione, ha dilagato così tanto da entrare perfino nella villa di Macherio dove la signora amava circondarsi di belle cose e non di ciarpame senza pudore, che invece il Presidente spalmava generosamente sul paese, creando le fondamenta stesse del suo potere.
Un’ Idra che si nutre dei suoi stessi escrementi, finisce per suicidarsi.
Se si fosse interessata un po’ di più a cercare di capire cosa rendeva la sua vita così agiata, avrebbe notato che le Noemi Letizia dilagavano ovunque per tante ore, tutti i giorni. E che le Noemi, della cui formazione culturale non si interessava certo il governo Berlusconi, sognavano anche l’uomo più fasullo che ci fosse in circolazione. E che era anche suo marito. Quando Veronica chiese il divorzio, qualcuna disse: “beata lei che può farlo”. Oggi non possiamo non ammirarla per aver ottenuto un risarcimento simile alle offese ricevute. Ricordiamo sempre però che quel risarcimento grava sulle spalle di tutte le adolescenti di Casoria.
La volgarità senza limiti della cifra che Berlusconi le corrisponderà, in un momento come questo dovrebbe aprire delle riflessioni di ben altra natura. Il divorzio dei due ha invece solo sollevato fiumi di chiacchiere di “ costume”. Ad oggi non è emersa una sola puntualizzazione sul divario economico da terzo mondo tra la maggior parte del paese e l’ex capo di governo.
Proprio questo è il segnale di quanto l’Italia sia pronta a accogliere personaggi dello stesso genere. Magari sotto sobrie mentite spoglie.