Certezza del diritto, innanzitutto, per rafforzare gli scambi commerciali con i Paesi arabi, dove vige la legge islamica.
Per raggiungere questo risultato, è fondamentale rafforzare gli scambi culturali tra l’Europa e i paesi del Golfo e conoscere reciprocamente i sistemi giuridici.
Con questo obiettivo, il CNF ha ospitato oggi una conferenza dal titolo “Islamic law”, in collaborazione con l’Università La Sapienza di Roma, tenuta dal preside della facoltà di giurisprudenza del Qatar, Hassan Okour e dal decano della facoltà, Ali Negedah. I due giuristi sono per la prima volta in Italia, e per la prima volta in rappresentanza delle autorità catarine, segno di un crescente interesse verso l’Italia da parte di paesi come il Qatar, raggiunti già da operatori provenienti dagli Usa, dalla Germania, dalla Francia.
“Il Ccbe- la rappresentanza presso l’Unione europea dei Consigli nazionali forensi- ha affidato al CNF il ruolo di coordinatore delle iniziative da promuovere con i Paesi del Mediterraneo”, spiega Alpa. “La maggior parte di essi sono islamici, retti da sistemi giuridici fondati sulla Sharia, la legge coranica, che fa parte delle fonti di tutti i paesi di religione islamica. I paesi del Golfo offrono grandi opportunità di lavoro per le imprese europee, ed investono negli asset europei ”.
Per Alpa, dunque, gli avvocati che si occupano di rapporti economici tra imprese europee e istituzioni dei paesi islamici non possono prescindere dalla conoscenza dei principi della sharia, oltre alle norme di diritto positivo. “La corretta competizione tra operatori, tra i loro studi legali, tra le università, può essere ripristinata se le istituzioni sostengono attivamente il dialogo e gli scambi nel rispetto reciproco dei diversi sistemi giuridici e culture. Molte sono le opportunità che potrebbero esser colte se l’Italia fosse più attiva e presente, al di là degli sforzi che i suoi diplomatici stanno già facendo nei paesi arabi, e in Qatar in particolare”, ha sottolineato Alpa. 

Di Golem

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