L’irlandese Mary Lawlor, relatrice speciale sulla situazione dei difensori dei diritti umani dell’ONU, ha dichiarato che la militante separatista sahrawi, Sultana Khaya, non rientra più nel suo mandato, dopo aver autenticato la veridicità delle fotografie che circolano da giorni della donna che imbracciava le armi.
Ha anche rimosso dal suo tweet la foto di Khaya che aveva postato in occasione della commemorazione della Giornata internazionale dei diritti della donna l’8 marzo.
Sultana Khaya, accusata di essere un’agente dei servizi speciali algerini che si presenta come un’attivista per i diritti umani e membro dell'”Instance Sahrawie Contre l’Occupation Marocaine” (ISACOM), un’organizzazione dipendente dall’Algeria, incita alla violenza armata.
Le foto dello pseudo-attivista, in tenuta militare e con un kalashnikov in mano, che incitava alla violenza armata contro i civili nel Sahara marocchino, hanno scatenato una protesta pubblica sui social network. Khaya, grazie alle sue attività, possiede un appartamento a Calle Angelita Rodríguez Preciado, uno dei migliori quartieri di Alicante, nel sud-est della Spagna.
L’inganno delle sue accuse, sfruttate dai nemici del Marocco, sono state smascherate e le sono valse la disapprovazione di un funzionario delle Nazioni Unite.
Sono foto condivise dagli internauti, di Sultana in tuta militare, con un kalashnikov a tracolla. Inoltre ha lanciato appelli per incitare alla violenza armata contro i civili nel Sahara marocchino, il che è contrario al suo presunto attivismo pacifista.
Questi luoghi comuni portati alla luce sui social network alla fine gli sono costati caro questa volta e hanno notevolmente danneggiato la credibilità del suo attivismo, che alla fine non è altro che un antagonismo nei confronti del Marocco.