Il ddl sulla diffamazione è arrivato in Aula al Senato e domani dovrebbe essere approvato. Nel testo della commissione scompare il carcere per i giornalisti ma aumentano le multe, proporzionate alla gravità dell’offesa e alla diffusione della testata.
Sono anni che la riforma della diffamazione a mezzo stampa è in discussione in Parlamento. Questa volta, dopo il caso Sallusti che rischia il carcere per omesso controllo in quanto direttore, all’epoca dei fatti di Libero, sembra essere la volta buona.
Il testo uscito dalla commissione Giustizia del Senato abolisce la pena del carcere per i giornalisti, prevedendo multe che vanno da 5 mila euro ad un massimo di 100 mila, con la previsione della sospensione della professione e dell’attività da sei mesi a tre anni. In caso di coinvolgimento dell’editore ci sarà la diffamazione “dolosa”.
Al centro del testo, come ha dichiarato anche il Guardasigilli Severino, la rettifica che varrà sia per i quotidiani e periodici su carta che per quotidiani e testate giornalistiche on line, ma anche per la stampa non periodica come i libri.
Inserita anche la norma per i giornali on line: il diffamato può chiedere a siti internet, blog e motori di ricerca l’eliminazione dei contenuti diffamatori. In caso di rifiuto o di omessa cancellazione può chiedere al Giudice di ordinare ai siti la rimozione.
Scomparso l’emendamento Coronella, che nel ddl sulla diffamazione inseriva una norma per cancellare l’ineleggibilità dei presidenti di Provincia per la Camera dei deputati (vedi articolo in cronaca) e respinto pure l’emendamento Caliendo ribattezzato anche anti-Gabanelli perchè toglieva la copertura assicurativa dell’editore per i giornalisti free-lance. In quest’ultimo caso, però, non è detto che la norma rispunti in Aula tra oggi e domani.
Ddl_diffamazione_testo_Aula.pdf