C’è chi decade e chi è incompatibile ma non si sposta. C’è il riordino dell’Enea, il federalismo fiscale e le indagini conoscitive a sostegno della crescita. Ma se invece di fare tante indagini si facesse qualcosa di concreto?
CAMERA
AULA

Incompatibilità del sottosegretario Vincenzo De Luca: il M5S ha presentato interrogazione per sapere per quale motivo il sindaco di Salerno Vincenzo De Luca è ancora sottosegretario o viceversa. La legge infatti non gli permette di ricoprire entrambe le cariche e così è arrivato in aula direttamente il ministro delle infrastruttura Maurizio Lupi che in Aula ha affermato una cosa del tipo: anche io gli ho chiesto chiarimenti ma pare che non se ne voglia andare. Cito testualmente il ministro: “nel ripercorrere il quadro giuridico di riferimento che disciplina il regime delle incompatibilità per i titolari di cariche di Governo, ho manifestato la non condivisibilità della ricostruzione operata dal Viceministro in ordine alla circostanza che la nomina a membro del Governo non è da ritenersi impedita dalla funzione di sindaco, come si evincerebbe dal fatto, a detta di quest’ultimo, di aver prestato giuramento nelle mani del Presidente del Consiglio e confermato per accettazione l’atto di nomina. Sul punto è stato operato e manifestato al Viceministro un puntuale richiamo”. Devo presentarmi io di persona personalmente per aprire la porta??
Inconferibilità e incompativilità di incarichi presso le pubbliche amministrazioni: il Movimento 5 Stelle ha presentato una interpellanza urgente perché la legge anticorruzione ha previsto poi l’emanazione di decreti legislativi di modifica delle norme in materia di attribuzione di incarichi dirigenziali e di incarichi di responsabilità amministrativa di vertice nelle pubbliche amministrazioni. Tra queste il decreto 39/2013 che parla di inconferibilità e incompatibilità per il quale sarebbero “vincolati” anche coloro che hanno già incarichi dirigenziali interni. Il problema è che Sergio Rizzo del Corriere della Sera ha trovato una circolare del capo del legislativo del Mef con la quale si stabilisce che i direttori delle agenzie fiscali non ricoprono ruoli dirigenziali ma amministrativi quindi non soggetti ad obblighi di legge…
Questo ha fatto saltare sulle sedie i grillini che hanno ritenuto inconcepibile che direttori di agenzie fiscali potessero assumere incarichi all’interno degli organi di indizzo e controllo come i comitati di gestione, insomma una confusione tra controllori e controllati.
Inutile dire che non sono rimasti soddisfatti della risposta del viceministro Fassina che ha fatto la distinzione tra vertici amministrativi e incarichi dirigenziali.
E ditelo che li volete fare arrabbiare
Approvata la Mozione sul federalismo fiscale: e controllare meglio come vengono spesi i soldi dei contribuenti dalle Regioni?

COMMISSIONI
La commissione Giustizia ha terminato l’esame degli emendamenti al Ddl concernente Modifiche al Codice di procedura penale in materia di misure cautelari personali. Il testo adesso è all’esame delle commissioni competenti poi tornerà alla Giustizia per l’approvazione in vista dell’Aula.
La commissione ha inoltre iniziato l’esame del Ddl sull’Istituzione della Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo e delle direzioni distrettuali antiterrorismo. Il testo (4 articoli) sostanzialmente ha come obiettivo il raccordo giudiziario nei procedimenti che hanno ad oggetto crimini di terrorismo, attraverso l’istituzione di uffici della Procura e di sezioni giudicanti specializzata. “Non si tratta di tribunali speciali – si legge nella relazione del proponente e relatore Stefano Dambruoso – in deroga al divieto previsto dal nostro ordinamento, ma di giudici ordinari che avendo acquisito competenze in settori specifici possono utilizzarle sia nella fase delle indagini che in quella giudicante nel pieno rispetto delle norme e delle garanzie vigenti”. Visto che il proponente e relatore è uno che della materia si è occupato qualche volta (!) si presuppone che l’iniziativa non sia proprio peregrina

La commissione si é occupata anche della vicenda della morte di Federico Perna, detenuto in cause misteriose a Poggioreale. Amaramente, il commento piú cliccato su internet é stato: “troppo facile dire che non aveva il cellulare della Cancellieri?”. In calce al pezzo la risposta del ministero.

La commissione Finanze ha avviato l’esame del Documento conclusivo dell’indagine conoscitiva sugli strumenti fiscali e finanziari a sostegno della crescita. Che cosa ci vogliamo fare poi con questo bel rapporto sulla mancata crescita? Perché non affacciarsi in Spagna e dare uno sguardo su quanto fatto visto che per loro si parla di miglioramento progressivo del Paese, tanto che se ne è accorta anche Standard&Poor?
La commissione Attività Produttive ha votato la risoluzione che impegna il Governo a procedere celermente (entro il 31 dicembre 2013) per superare la fase di commissariamento dell’Enea, definendo compiti specifici per attuare quanto prima la Strategia energetica del Paese. La risoluzione è leggibile in allegato.

SENATO
AULA

Stabilità e decadenza Berlusconi: l’Aula di Palazzo Madama è stata teatro di scene surreali, vedi articolo in cronaca.

COMMISSIONI
La commissione Affari costituzionali ha proseguito la discussione delle riforme elettorali. Si usa il plurale perché ancora non si capisce bene di quante e di cosa stiamo discutendo
La commissione Giustizia ha iniziato l’esame del Ddl proveniente dalla Camera in materia di scambio elettorale politico-mafioso; il termine per gli emendamenti è fissato per le 18 del 12 dicembre.

 

5-01584 Micillo: Sulla morte di Federico Perna, detenuto presso il carcere di Poggioreale.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Il decesso del detenuto Federico Perna è avvenuto l’8 novembre scorso nella casa circondariale di Napoli Poggioreale, dove il Perna era ristretto a seguito di condanna definitiva per i delitti di furto, rapina, lesioni personali, evasione ed altro, con fine pena fissato al 13 aprile 2018. 
  Nel corso della detenzione, che aveva avuto inizio presso la casa circondariale di Roma Regina Coeli il 20 settembre 2010, il Perna era stato assegnato dapprima alla casa circondariale di Velletri, poi alla casa circondariale di Cassino per motivi disciplinari e, successivamente, dal 18 maggio 2012, alla casa circondariale di Viterbo per motivi sanitari. 
  Su richiesta del magistrato di sorveglianza, il responsabile dell’area sanitaria dell’istituto di Viterbo aveva più volte attestato che il Perna presentava una storia di tossicodipendenza ed un disturbo borderline di personalità con aspetti antisociali (tanto che, in stato di libertà, era seguito dal Servizio Tossicodipendenze e dal Centro di Igiene Mentale) e aveva segnalato un tentativo di suicidio avvenuto poco prima del trasferimento a Viterbo. Il sanitario, con successive certificazioni del 19 giugno, del 28 giugno e del 13 luglio 2012, aveva quindi dichiarato il Perna incompatibile con lo stato di detenzione a causa di una grave compromissione epatica con tendenza cirrotica. 
  Sempre su richiesta del magistrato di sorveglianza, il 14 luglio 2012 il direttore dell’istituto penitenziario aveva redatto una relazione sul comportamento del Perna in ambito detentivo. Nella relazione si dava atto che il Perna, già al momento dell’ingresso in istituto, aveva posto in essere un gesto autolesionistico che ne aveva determinato la sottoposizione ad un regime di grande sorveglianza (con assegnazione a una camera di detenzione priva di oggetti pericolosi per la sua incolumità). Nella relazione si evidenziava altresì che, nonostante i ripetuti tentativi di convincimento da parte del personale sanitario, il Perna aveva sempre rifiutato il ricovero in ambito ospedaliero; che, una volta trasferito il 29 giugno 2012 all’ospedale Belcolle di Viterbo con provvedimento di urgenza per sospetta crisi di tipo psicotico, si era dimesso dopo due giorni contro il parere dei sanitari; che il 10 luglio 2012 aveva posto in essere un ulteriore gesto autolesionistico; che il successivo 13 luglio 2012 il Perna era stato sottoposto a visita psichiatrica. 
  Il magistrato di sorveglianza, con provvedimento del 16 luglio 2012, non aveva accolto la richiesta di scarcerazione per incompatibilità, sia in relazione alla pericolosità sociale connessa allo stato psicologico in cui versava il Perna, sia in considerazione del fatto che quest’ultimo aveva più volte rifiutato il ricovero in luogo di cura e che si era fatto dimettere – contro il parere dei sanitari – dall’ospedale Belcolle. Peraltro, con riferimento alle condizioni cliniche generali del Perna il magistrato di sorveglianza aveva richiesto al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria di trasferire il detenuto in un centro clinico penitenziario. 
  Sulla base di tale richiesta il Dipartimento aveva disposto il trasferimento del Perna alla casa circondariale di NapolI Secondigliano, istituto dotato di centro clinico, dal momento che il più vicino centro clinico (quello annesso alla casa circondariale di Roma Regina Coeli) stava per essere chiuso per lavori di ristrutturazione. Il trasferimento era stato disposto anche in relazione alla precaria situazione psichiatrica del Perna in quanto l’istituto di Napoli Secondigliano è dotato di un reparto nel quale si sarebbe potuta applicare un’eventuale misura di sicurezza detentiva o si sarebbe potuto effettuare l’eventuale accertamento di infermità psichiatrica. 
  Anche nel corso del successivo periodo di detenzione a Secondigliano il Perna aveva rifiutato il ricovero suggerito dai sanitari a seguito di un’ustione riportata nel gennaio 2013 ed aveva posto in essere gesti autolesionistici. 
  A seguito di un successivo sfollamento dal carcere di Secondigliano, il Provveditore regionale della Campania aveva disposto il trasferimento del Perna alla casa circondariale di Napoli Poggioreale, istituto anch’esso dotato di centro clinico penitenziario, presso cui il Perna faceva ingresso il 13 luglio 2013. 
  Nel corso dell’ultima visita psichiatrica, avvenuta a Poggioreale alla fine di settembre 2013, il Perna si era manifestato, al colloquio con lo specialista, calmo, lucido ed orientato, e non aveva evidenziato disturbi percettivi. 
  Lo scorso 8 novembre, alle ore 16,20, il Perna accusava un malore per problemi respiratori; tempestivamente trasferito presso il pronto soccorso della struttura penitenziaria, sia il medico di turno che i medici del servizio 118 eseguivano manovre rianimatorie con massaggio cardiaco, elettroshock e somministrazione di farmaci; tali manovre non sortivano purtroppo alcun risultato ed alle ore 16,58 i medici ne costatavano il decesso per sospetto ictus. 
  Sin dalle ore 19,00 dello stesso 8 novembre la direzione della casa circondariale di Napoli Poggioreale si attivava per comunicare la notizia del decesso ai familiari del detenuto, incaricando i carabinieri della Stazione di Roma Flaminia, i quali, alle ore 24,00 del medesimo giorno assicuravano di avere avvertito la signora Liliana Scaletta, nonna del Perna, unica parente convivente presso il domicilio indicato dallo stesso detenuto al momento dell’ingresso nell’istituto penitenziario. 
  Il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria ha già affidato al Provveditore regionale per la Campania l’incarico di svolgere un’indagine ispettiva volta ad accertare le cause, le circostanze e le modalità di quanto avvenuto. 
  In ordine al decesso del Perna, la Procura della Repubblica di Napoli ha comunicato di avere avviato un procedimento penale nell’ambito del quale solo il 14 novembre 2013 – a causa delle difficoltà di identificare compiutamente, per i rituali avvisi, i prossimi congiunti del Perna e, in particolare, il padre Giovanni – è stato disposto l’esame autoptico, nelle forme dell’accertamento tecnico irripetibile, conferendo ad un medico-legale e ad un anatomo-patologo l’incarico di accertare epoca, causa e mezzi di produzione della morte, nonché eventuali segni di lesioni riconducibili a traumatismi eteroinferti; la Procura di Napoli ha altresì disposto indagini chimico-tossicologiche sui reperti cadaverici prelevati nel corso dell’autopsia. 
  Dall’esame del diario clinico e della cartella di osservazione del detenuto – documentazione contenuta nel suo fascicolo personale – risulta che nel corso della detenzione il Perna è stato seguito con costanza e regolarità sia dal personale sanitario e del Servizio Tossicodipendenze che dal personale penitenziario. In particolare, appare evidente che le autorità penitenziarie ne hanno costantemente monitorato le condizioni di salute e hanno più volte cercato di convincerlo ad accettare gli opportuni ricoveri in ospedale in ragione delle sue condizioni di salute, senza purtroppo riuscirvi.

Camera dei Deputati, commissione X – risoluzione riordino Agenzia Enea – 28 novembre 2013

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