Si registra un clima di soddisfazione nella provincia del Rif marocchino per la decisione della Casa reale di destituire quattro ministri e una serie di funzionari pubblici, accusati di aver provocato per negligenza la mancata esecuzione dei progetti di sviluppo ad al Hoceima, nel nord del Paese. Ha provocato un vero e proprio terremoto politico la rimozione di questi membri del governo che ha costretto il premier Saad Eddin El Othmani non solo a sostituirli ma a dare vita ad un rimpasto di governo più ampio, che prevede una diversa distribuzione dei ministeri e la nomina di un nuovo ministro, quello per i rapporti con l’Africa. Quest’ultimo dicastero è stato istituito proprio di recente su richiesta del re Mohammed VI la cui politica si rivolge in modo principale verso lo sviluppo del continente africano.
Mentre la popolazione del Rif ha festeggiato nei giorni scorsi per questo risultato chiesto durante una serie di manifestazioni andate avanti per mesi, a Rabat si teme per la tenuta dell’esecutivo dovendo alcuni partiti rinunciare a dei ministeri. Tutto è iniziato la scorsa settimana quando il re del Marocco, Mohammed VI, ha ricevuto il rapporto di Driss Jettou, presidente della Corte dei conti, sulla situazione di al Hoceima, località nel nord del Marocco da mesi teatro di proteste anti-corruzione e rivendicazioni sociali. Il rapporto presentato dalla Corte dei conti fa menzione sin dall’inizio della mancanza di prove di appropriazione indebita da parte degli amministratori locali. Tuttavia, sottolinea numerosi malfunzionamenti.
In primo luogo, il documento nota che le disfunzioni rilevate riguardano sia la fase preparatoria del programma di sviluppo denominato “Al Hoceima Manarate Al Mutawassit” che la sua disciplina ed attuazione. L’analisi della fase preparatoria, che si è svolta tra il 2014 e il 2015, ha rivelato che il processo di scelta dei progetti da attuare nel quadro del programma non ha soddisfatto una visione strategica integrata condivisa da tutti i partner. La Corte dei conti rileva inoltre come la coerenza del programma contenuto nella Convenzione quadro sia stata approssimativa. Allo stesso modo, viene messa in luce la distribuzione annuale dei contributi finanziari dei 20 soggetti interessati. “In assenza di una ripartizione per progetto, i contributi potrebbero essere solo delle stime”, conclude la relazione. La presentazione della relazione della Corte dei conti e le misure annunciate sono una risposta alle proteste che hanno segnato, negli ultimi mesi, la città di al Hoceima. “Le sanzioni annunciate nella relazione sono basate sulla responsabilità, un principio sancito dalla Costituzione. Non rispondono ad alcuna logica politica e fanno parte di un processo puramente amministrativo”, fanno sapere dalla Corte dei conti, per la quale ci sono state disfunzioni e fallimenti esecutivi che coinvolgono membri del governo e che non sono correlati all’aspetto finanziario del programma. La relazione è stata redatta dopo l’apertura di un’inchiesta sulla mancata partenza dei progetti di sviluppo per al Hoceima. Secondo gli analisti politici locali, il decreto reale a riguardo sarà una lezione per evitare futuri fallimenti nella tempestiva attuazione dei progetti di sviluppo e per mettere i funzionari governativi, qualunque sia la formazione politica cui appartengono, davanti alle loro responsabilità.
La conseguenza immediata di questo rapporto è stata che Mohammed VI ha rimosso tre ministri del governo del premier Saad Eddine El Othmani. Il monarca ha licenziato Mohammed al Hisad, che in precedenza ha ricoperto la carica di ministro dell’Interno (nel 2015 quando i progetti di al Hoceima sono stati lanciati dal sovrano) nel precedente governo di Abdel Ilah Benkirane; il ministro della Salute Lahsen al Wardi, che aveva lo stesso incarico nel precedente governo; Mohammed Nabil Ben Abdullah, che era ministro dell’Edilizia sia in questo che nel precedente esecutivo. Mohammed VI aveva chiesto alla Corte dei Conti di indagare sulle cause dei ritardi dei progetti di sviluppo da lui stesso promossi. La collera di Mohammed VI si è abbattuta non solo su tre ministri esponenti di primo piano del governo ma anche su un viceministro e su altri funzionari pubblici. Secondo quanto riporta la stampa di Rabat, Mohammed VI ha sollevato dall’incarico anche Mohamed Hassad, Mohamed Nabil Benabdellah, Al Houcine Louardi e il viceministro Larbi Bencheikh, che aveva la delega per la formazione professionale. Secondo “al Sabah” quindi “il terremoto politico promesso da Mohammed VI ha avuto luogo, nel rispetto dei dettami della Costituzione del 2011”. Il re, che ha ricevuto ieri la relazione della Corte dei conti sui difetti di gestione del progetto “Al Hoceima Manarat Moutawassit”, ha deciso di intervenire”. Il re ha anche deciso di rimuovere dal suo incarico Ali Fassi Fihri, il capo dell’Office National de l’Electricité et de l’Eau Potable (Onee, l’Ufficio nazionale dell’elettricità e dell’acqua potabile).
Il sovrano ha anche espresso la sua “insoddisfazione” nei confronti di ex funzionari governativi, aggiungendo che “nessuna responsabilità ufficiale sarà affidata loro in futuro”. Questi sono: Rachid Belmokhtar, ex ministro dell’Istruzione; Lahcen Sekkouri, ex ministro dello Sport; Haima El Haité, ex segretario di Stato per l’energia; Lahcen Haddad, ex ministro del Turismo. Seguendo queste decisioni, il re ha chiesto al capo del governo di presentare nuove nomine per riempire i posti vacanti. Nella sua relazione, il primo presidente della Corte dei conti ha dichiarato che la sua indagine ha rivelato “una serie di squilibri” durante la legislatura precedente. Il documento afferma inoltre che “diversi settori ministeriali e le istituzioni pubbliche” non hanno rispettato i loro impegni per consentire il completamento dei progetti.