Il Governo lancia il progetto “Destinazione Italia” e l‘Associazione nazionale avvocati italiani condivide in linea di massima le finalità del documento ma indica alcuni miglioramenti.
“Innanzitutto – dichiara il presidente Anai Maurizio De Tilla – nelle dismissioni bisogna operare con trasparenza e con verifica veritiera dei deficit delle aziende partecipate”.
Secondo punto. Si afferma che, per favorire migliori investimenti si propone un intervento normativo volto a valorizzare accordi con le parti sociali che stabiliscono specifiche disposizioni in materia di condizioni di lavoro destinate ad operare per un determinato periodo nella fase di avvio delle attività.
“Ma dopo la fase di inizio – continua De Tilla – quali regole si applicheranno? Quelle di una legislazione del lavoro ingessata e scarsamente flessibile?”
E ancora, nel documento si sostiene che chi investe ha bisogno di un sistema fiscale certo e prevedibile.
La soluzione indicata è quella di introdurre, una pratica di accordi fiscali per investimenti superiori a una certa soglia, mediante i quali l’impresa e l’Agenzia delle Entrate concordano in via preventiva e non modificabile le modalità fiscali per un periodo definito.
“Accordo su cosa? – chiede De Tilla – Sulle aliquote e le scadenze che non possono essere modificate se non con legge? E poi come si fa a preventivare gli utili degli investimenti? Il tutto si rivelerà una probabile utopia!”
IL documento poi sostiene un’altra cosa ovvia: occorre certezza e stabilità nell’ordinamento fiscale.
Ma il problema per De Tilla – è un altro: “non bisogna “vessare”, come si fa – le imprese e le professioni con trattamenti fiscali che non hanno uguali per pesantezza in altri Paesi europei. Cosa significa poi ridefinire l’abuso del diritto insieme all’elusione? Esentare o sanzionare? A parte il rilievo che gli argomenti indicati riguardano tutti i contribuenti e non solo le imprese”.
Sul fronte Giustizia, poi, il progetto vuole estendere a tutto il Paese le buone pratiche già in vigore in alcuni Tribunali, allo scopo di ridurre i tempi e dare maggiori certezze alle parti in causa.
“Si parla sempre di perfezionare l’organizzazione giudiziaria, – dice De Tilla – ma non si dice che mancano giudici e personale, mancano standard produttivi ed i processi del lavoro sono sempre più intasati“.
Secondo il Piano “Destinazione Italia” va ridefinito l’abuso del diritto unificandolo al concetto di elusione. La nuova impostazione piace e potrà formare oggetto di una nuova disciplina dell’istituto giuridico dell’abuso del diritto, ma, conclude De Tilla:
“L’abuso va definito in riferimento agli atti privi di adeguata motivazione economica, posti in essere con l’esclusivo scopo di aggirare obblighi o divieti previsti dall’ordinamento fiscale e di ottenere riduzioni di imposte o rimborsi garantendo la piena libertà di scelta del contribuente tra diverse operazioni comportanti anche un diverso carico fiscale“.