Il Consiglio nazionale forense invita gli avvocati a stringersi unitariamente attorno alle istituzioni rappresentative della categoria in questo momento di difficoltà che prelude allo sconvolgimento, senza giustificazioni, dell’assetto ordinistico con la sottrazione, tra l’altro, della potestà disciplinare; i Giovani avvocati sono sempre più contrari alle nuove disposizioni in materia civile, l’Oua si scaglia contro le disposizioni in materia di casse previdenziali private ma per l’Anf gli avvocati sapranno trovare la forza di reagire.
L’impatto reale delle ultime riforme in materia economica sul mondo dei professionisti e degli avvocati in particolare, si conosceranno solo a distanza di tempo. Probabilmente in poco tempo (in allegato il Dossier di Palazzo Madama sulla legge).
La manovra Monti è legge e si conoscono nel dettaglio tutte gli aumenti che da qui a qualche giorno subiremo, mentre per quanto riguarda le professioni è stata scongiurata la famosa “pseudo-cancellazione” del 13 agosto, i famosi 12 mesi previsti dalla legge di stabilità di quest’estate, che stabiliva la decadenza di tutto l’impianto ordinistico in caso di mancanza di un riordino delle leggi professionali (vedi articolo del 9 dicembre, soppressione degli ordini e professori distratti).
I vertici dell’avvocatura si sono mossi, il Consiglio nazionale forense ha deliberato un documento molto duro che attacca le ultime riforme, dal governo Berlusconi e quello guidato da Mario Monti. L’Organismo Unitario dell’Avvocatura ha protestato duramente, sulla stessa linea tutte le riforme approvate da un anno a questa parte. Ma soprattutto ha solidarizzato con la Cassa forense per la norma prevista sempre dal decreto “salva Italia” che chiede la sostenibilità degli enti previdenziali privati a 50 anni escludendo le entrate patrimoniali.
Leggi devastanti, secondo i vertici dell’avvocatura, che vanno dalla mediazione civile, ai ritocchi del processo civile, alle tentate riforme degli ordini professionali (vedi delibera allegata).
Le liberalizzazioni selvagge, poi, sono sempre dietro l’angolo, anche se il Governo ha accettato un ordine del giorno che lo impegna ad approvare la riforma dell’ordinamento forense in discussione a Montecitorio.
Negli ultimi venti anni poco o niente è stato fatto per una professione che ha visto ingrossare le proprie fila fino ad arrivare a numeri importanti. Ora le riforme si stanno succedendo una dietro l’altra ad un ritmo di una al mese (e molto di più se si considera il pacchetto del ministro Severino della scorsa settimana).
Forse nessuno si sarebbe mai aspettato un’accelerazione simile e, più che un’accelerazione una assoluta incontrollabilità della situazione: si è arrivati a prospettare la cancellazione degli ordini da un giorno all’altro. Cancellazione che pure non c’è stata ma che potrebbe sempre essere rispolverata.
«Apprezzabile il tentativo di compattare la categoria, ma forse arriva fuori tempo massimo» ha dichiarato il segretario generale dell’Associazione nazionale forense, Ester Perifano. «Troppi gli interventi passati sopra la nostra testa senza che i vertici siano riusciti, quando ancora era possibile, a farsi ascoltare. Ora – ha detto Perifano – gli avvocati sono consapevoli di dover fare da soli e, passato il primo momento di sconcerto, troveranno in se stessi la forza di reagire e, della crisi che li sta investendo, faranno certamente una occasione di crescita».
Il mondo forense allora, come ha affermato sempre il presidente del Consiglio nazionale forense, Guido Alpa, deve ripartire dalla riforma dell’ordinamento forense ferma in commissione Giustizia alla Camera, prima che venga spazzata via da qualche altro decreto legge. Ripartire dal pacchetto di riforme che il Cnf aveva presentato a settembre dopo l’ondata estiva di manovre e manovrine. Ma soprattutto dovrà sperare di essere ascoltato dal governo. Se si presenterà in ordine sparso avrà ovviamente meno credibilità.
Consiglio nazionale forense, delibera del 21 dicembre 2011
Monovra Monti, Ddl 3066 atto Senato, 6 dicembre 2011