L’Assemblea ha approvato definitivamente il ddl n. 1150 di conversione in legge del decreto-legge 12 settembre 2013, n. 104, recante misure urgenti in materia di istruzione, università e ricerca.
Il provvedimento è articolato in tre capi: disposizioni per gli studenti e le famiglie; disposizioni per le scuole e relativo personale; altre disposizioni in materia di università, alta formazione e specializzazione artistica. Nella seduta di ieri la relatrice, senatrice Giannini (SCpI), ha illustrato i contenuti del decreto e si è svolta la discussione generale.
In sede di replica la relatrice si è rammaricata per i tempi d’esame sincopati, ma ha sottolineato positivamente le disposizioni sui servizi di trasporto che introducono il welfare studentesco, la soluzione di questioni attinenti il bonus di maturità e gli insegnanti di sostegno, i mutui per interventi di edilizia scolastica. Ha riconosciuto infine che il decreto-legge nel suo complesso segna un’inversione di tendenza rispetto ad una politica di tagli che ha penalizzato un settore strategico per il futuro del Paese.
La Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca Carrozza ha riconosciuto che la compressione di tempi ha leso le prerogative del Senato e si è impegnata ad evitare che si ripeta una situazione simile. Il decreto-legge non ha la pretesa di rivoluzionare l’istruzione o di introdurre novità epocali, ma costituisce un primo segnale di attenzione ai problemi delle famiglie e degli insegnati. Richiamate le principali norme – i cento milioni stabili per il diritto allo studio, il welfare studentesco per le spese di trasporto, la diffusione del wi-fi nelle scuole, il sostegno allo studio della musica, i progetti didattici nei musei, le regole per la condivisione dei libri testo – la Ministro si è impegnata ad affrontare tre temi: la riforma del reclutamento degli insegnanti nel segno della valorizzazione del merito; il superamento del blocco del turn over e una revisione dei criteri di finanziamento delle università ispirata ai principi della coesione territoriale; la formazione dei giovani medici e l’accesso alle scuole di specializzazion
Il Sottosegretario di Stato per l’istruzione Galletti ha chiesto una sospensione per valutare la possibilità di trasformare gli emendamenti in testi di indirizzo che, alla luce della blindatura del decreto, avranno un valore politico particolare. Il Governo ha quindi accolto ordini del giorno che lo impegnano a valutare la possibilità di tornare per le pluriclassi ad un numero massimo di 12 studenti; di riconoscere i diritti lesi dei lavoratori della cosiddetta Quota 96; di presentare un provvedimento organico su tasse e contribuzioni universitarie che alleggerisca il carico per le famiglie meno abbienti; di facilitare il riconoscimento dei titoli di studio conseguiti all’estero; di varare misure urgenti per consentire il reclutamento di ricercatori; di eliminare gli effetti negativi per l’Ateneo molisano derivanti dal decreto ministeriale n. 713 del 2013; di aumentare in sede di legge di stabilità i fondi per il diritto allo studio; di potenziare il tempo pieno; di dare priorità, nell’ambito della messa in sicurezza degli edifici scolastici, agli istituti in area a rischio sismico e idrogeologico di potenziare l’insegnamento della storia dell’arte; di inserire nei programmi scolastici materie relative alla tutela dell’ambiente e degli animali.
Il dibattito si è acceso su un ordine del giorno del PdL, riguardante l’opportunità di finanziamenti aggiuntivi per la connettività wireless alle istituzioni scolastiche paritarie, che è stato accolto dal Sottosegretario Galletti.
Respinti tutti gli emendamenti, i Gruppi di maggioranza hanno annunciato, con accenti diversi, voto favorevole al provvedimento. Il senatore Compagna (GAL) ha criticato l’intreccio di competenze centrali e periferiche nel sistema d’istruzione e ha sollecitato un autentico confronto di idee. Il senatore Olivero (SCpI) avrebbe preferito un provvedimento più organico ma ha apprezzato le norme volte a contrastare la dispersione scolastica e a potenziare l’orientamento e ha salutato positivamente l’abbandono di impostazioni ideologiche a favore di interventi basati sulla progressività e sulla condivisione delle scelte. Il senatore Mazzoni (PdL) si è soffermato sulle criticità del decreto: la destinazione delle risorse alla stabilizzazione dei docenti più che agli studenti; l’eliminazione in corsa del bonus maturità; la copertura finanziaria basata sull’aumento delle accise sugli alcolici; il mancato finanziamento aggiuntivo per le università virtuose; la mancata soluzione del problema delle classi di concorso dimenticate. La senatrice Puglisi (PD) ha invece affermato che il decreto crea un clima di fiducia, restituendo risorse alla scuola, rispondendo alle esigenze più urgenti, rimediando a errori commessi in passato. E’ un bene che si sia rinunciato all’ennesima riforma epocale per affrontare questioni più concrete: il sostegno agli studenti svantaggiati e meritevoli, la formazione dei docenti, la messa in sicurezza degli edifici scolastici.
Movimento 5 Stelle e Sel si sono astenuti. La senatrice Petraglia (Misto-Sel) ha invitato il Governo a rispettare i diritti acquisiti, a rimuovere il numero chiuso nelle università, a non aumentare le tasse universitarie, a stabilizzare docenti e ricercatori precari, a investire maggiori risorse per la formazione e la cultura nell’ambito della legge di stabilità. La senatrice Montevecchi (M5S) ha lamentato l’assenza di visione del provvedimento che non affronta le questioni nodali e non segna una reale inversione di tendenza rispetto ad un approccio contabile e gestionale che ha svilito la scuola, dequalificato l’offerta formativa, precarizzato l’istruzione, rendendo l’Italia sempre più arretrata culturalmente
La Lega Nord ha votato contro. Il senatore Centinaio (LN-Aut) ha dato voce alle perplessità espresse da studenti e professori universitari e ha negato che un decreto confuso, povero di argomenti, con pochi fondi e con coperture discutibili, costituisca un segnale innovativo.
In dissenso dal Gruppo, il senatore Dalla Zuanna (SCpI) si è astenuto per il mancato premio alle università virtuose.