Dario Argento è un nome che campa su un passato glorioso, ormai sempre più lontano. Quando collaborava con Sergio Leone e poi firmava thriller dal successo internazionale. La stessa persona che ha diretto “L’Uccello dalle Piume di Cristallo”, film che folgorò John Landis sulla via di Hollywood, da circa trent’anni è un freak mediatico che si taglia i capelli con la mannaia.
Un regista zombie aggrappato a ricordi di celluloide che insegue il pubblico fin sotto casa, si imbuca a cena e divora il cervello dei suoi ospiti. Così, mentre si nutre dell’altrui materia grigia, le vittime dal cranio spappolato sono davanti alla tv che trasmette il suo ultimo film. L’unico modo per resistere alla agghiacciante visione di trame sconclusionate sorrette da dialoghi surreali è infatti quello di scollegare la testa dagli occhi in modo doloroso.
Dopo il flop di “Giallo” (la cui produzione ha avuto una richiesta di danni per tre milioni di dollari da Adrien Brody per non essere stato pagato!), il mostro di Cinecittà opta per un rilancio in grande stile con un’opera originale, innovativa e mai vista prima: “Dracula”, però in 3D. Ecco di cosa necessita il cinema italiano, dell’ennesimo adattamento da Bram Stoker! Questo deve aver pensato Dario il pallido, dimentico di aver già tentato la carta del remake con il tristissimo “Il Fantasma dell’Opera”.
Il maestro della cinepresa mortale ci tiene a rassicurarci che la sua creatura non sarà come l’horror americano, che a suo dire è “dozzinale, basato esclusivamente sugli effetti speciali e quindi per bambini”. Anche sugli interpreti giunge la conferma: “il cast sarà composto quasi esclusivamente da attori stranieri. Gli italiani ormai sembrano saper recitare solo nelle commedie”. Su questo concordiamo, ma allora perché sua figlia Asia sarà la co-protagonista principale? Forse perché non è italiana o perché non è un’attrice?