RAVENNA. Dal 4 al 7 settembre Ravenna ospita la terza edizione di Dante2021, manifestazione voluta e promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna con la direzione scientifica dell’Accademia della Crusca di Firenze. Durante quei quattro giorni la manifestazione occuperà gli spazi danteschi della Città – dagli antichi Chiostri Francescani alla Piazza su cui dominava l’antico palazzo dei Da Polenta, entrambi a pochi passi dalla tomba di Dante – e proseguirà il percorso celebrativo in vista del settimo Centenario della morte del Sommo Poeta, con incontri, spettacoli e concerti accomunati sotto la citazione dantesca Di quella umile Italia tratta dal primo canto dell’Inferno.
Il progetto, che si sovrappone, rafforzandone le prospettive, alla candidatura di Ravenna Capitale europea della cultura, è quest’anno incentrato particolarmente sul contributo determinante di Dante all’identità della lingua e della cultura italiana, elemento fondamentale della stessa identità culturale e morale dell’Europa. Ed è proprio l’accezione ‘morale’ che vuol richiamare quell’umile che, nel I canto dell’Inferno, nel contesto della cosiddetta “profezia del Veltro”, rappresenta non solo una ripresa virgiliana e un omaggio del Poeta all’autore prediletto, ma anche l’esigenza di un rinnovato spirito etico che venga a liberare l’Italia dalla lupa della cupidigia e da tutti i vizi e peccati. Già i più antichi commentatori danteschi avevano colto l’incremento metaforico messo in atto da Dante: l’umile Italia per cui sono morti nell’Eneide, nell’uno e nell’altro campo, teucri e latini, è l’Italia misera, miseranda, decaduta, che deve essere liberata. Con altri interpreti abbiamo ritenuto possibile leggervi anche l’indicazione di un’altra Italia, per cui valga la pena di combattere: etica, virtuosa, spesso sofferente, semplice e non superba. Una qualità che Dante, in altri contesti, attribuisce tanto a Beatrice (già nella Vita nuova) quanto alla Vergine nel XXXIII canto del Paradiso.
“Per quest’insieme di ragioni abbiamo ritenuto stimolante – sottolinea il coordinatore di Dante2021, Domenico De Martino – collocare questa terza edizione proprio sotto il segno di questa umiltà operosa e, appunto, di quella umile Italia”. La manifestazione, le cui iniziative sono tutte ad ingresso libero, si apre mercoledì 4 settembre negli antichi Chiostri Francescani (18.30) con un incontro che vedrà illustri studiosi come Carlo Ossola (filologo, critico letterario e docente di letterature moderne dell’Europa neolatina al prestigioso Collége de France di Parigi), Claudio Marazzini (titolare della cattedra di Storia della lingua italiana dell’Università del Piemonte Orientale) e Winfried Wehle, raccontare che cosa Dante ha significato per loro e come l’opera del Poeta li ha accompagnati non solo nei loro studi ma nella loro vita. Di particolare rilievo la partecipazione di Wehle, presidente della Deutsche Dante-Gesellschaft, che fu fondata nel 1865, cioè più di venti anni prima dell’analoga Società Dantesca Italiana che nacque proprio su stimolo e sul modello di quella tedesca. Voluta da Karl Witte (filologo ed editore della Commedia in Germania) la Società Dantesca Tedesca, posta sotto il protettorato del principe Giovanni di Sassonia, il cosiddetto Dante-Konig, dimostra come Dante sia stato e resti uno dei più ascoltati messaggeri dell’Italia e della cultura italiana nel mondo. La giornata proseguirà alle 21 con l’apertura di una mostra presentata dal critico d’arte Sergio Risaliti, già direttore artistico del Centro per l’arte contemporanea delle Papesse di Siena, e curatore di importanti mostre d’arte contemporanea. Ne la pittura tener lo campo proporrà in un originale allestimento di una sala del complesso dei Chiostri francescani le opere di due artisti, uno fiorentino, l’altro milanese, Giovanni Breschi e Lorenzo Perrone, create appositamente e ispirate ai libri di Dante. Opere e ‘manufatti’ librari creati partendo da immagini di libri ‘di’ e ‘su’ Dante collocati nella Biblioteca Classense e nella Biblioteca del Centro Dantesco di Ravenna. Concluderà la prima giornata di Festival, alle 22, il concerto per pianoforte di Michele Fedrigotti con musiche di Chopin: non dantesche, ne’ ispirate direttamente a Dante, ma strutturate in un programma che ne evidenzia gli aspetti di ricerca spirituale e ultramondani: analogie, dunque, ed echi dentro di noi e nella ‘magica’ architettura dei Chiostri adiacenti alla tomba di Dante. Giovedì 5 settembre la seconda giornata del Festival riprende lo schema abituale della manifestazione alternando incontri nei Chiostri (alle 17.30) e spettacoli serali in Piazza del Popolo (alle 21); si apre con la presentazione del secondo volume delle Conversazioni di Dante2021, Longo Editore, 2013. La pubblicazione raccoglie gli interventi degli incontri dell’edizione 2012 (Rosario Coluccia, Marzio Porro e Paolo Trovato; Silvio Orlando e Carlo Ossola; Luca Azzetta). I testi, per i quali si è spesso conservata la freschezza dell’esposizione in diretta, propongono a un pubblico largo temi anche ardui: dalle prospettive della attuale filologia dantesca al commento del canto V dell’Inferno (Paolo e Francesca) e del II del Purgatorio (Casella). Seguirà una tavola rotonda dedicata alla Lingua italiana per oggi e per domani. Dante è stato il padre della lingua italiana: le parole e anche la grammatica della nostra lingua di oggi sono in gran parte quelle di Dante. Ma che cosa sta accadendo oggi nell’italiano? E come potrà o dovrà essere quello di domani? Nell’incontro si metteranno a fuoco soprattutto temi e problemi di alcuni settori più ‘esposti’: dalla lingua dell’economia e delle banche a quella dei mezzi di comunicazione di massa e di internet. Guidati dal direttore di QN, Giovanni Morandi, esperti e operatori del settore discuteranno con i ‘vertici’ dell’Accademia della Crusca, il più importante centro di studi sulla storia della lingua italiana e sulla realtà linguistica contemporanea: la presidente Nicoletta Maraschio e il presidente onorario Francesco Sabatini, noto anche come curatore del Pronto soccorso linguistico di Rai Uno Mattina della domenica. Il tavolo sarà arricchito da altre presenze: Paolo Attivissimo, giornalista della televisione svizzera e animatore del blog Il disinformatico, creatore del Servizio antibufale, collaboratore dell’Apollo Lunar Surface Journal della NASA (per smontare le dicerie sul non-sbarco sulla Luna); Massimo Bernardini, conduttore su Rai3 di TV Talk, programma del sabato pomeriggio nel quale analisti, studenti e esperti in scienze della comunicazione analizzano e discutono sui programmi della settimana televisiva; Antonio Patuelli, presidente dell’Associazione Bancaria Italiana e del Gruppo Cassa di Risparmio di Ravenna Spa; Luigi Federico Signorini, economista, vicedirettore generale della Banca d’Italia e membro del Board of Supervisors dell’Autorità bancaria europea. L’incontro è realizzato col patrocinio dell’Ambasciata di Svizzera in Italia, non a caso infatti l’italiano è lingua ufficiale della Confederazione e il governo elvetico è molto interessato ai temi linguistici e alle sue interazioni nella vita sociale. Alle 21 in Piazza del Popolo, un connubio tra musica e testo. La grandezza degli artisti si manifesta anche nell’umiltà della collaborazione. Due attori italiani, Alessio Boni e Marcello Prayer, entrambi orgogliosamente legati all’insegnamento di Orazio Costa e quindi alle letture dantesche, presentano un ‘concertato a due’ sulla Vita nuova, appositamente realizzato per Dante2021.
Le parole del Poeta si inseriscono nella performance jazz, anche con composizioni originali ispirate a Dante, di un quartetto guidato da Steve Grossman, icona americana, già sassofonista di Miles Davis e di altri grandi nomi del jazz. Il sax che ama spaziare dal jazz all’hard bop sarà affiancato da due straordinari musicisti ungheresi, il pianista e compositore Kalman Olah (vincitore del BMI Grand Prize, Thelonious Monk Jazz Composer’s Competition, USA e del Premio Liszt in Ungheria) e il contrabbassista Ja’nos Egri (già collaboratore di musicisti come Frank Zappa e Pat Metheny), ai quali si aggiunge uno dei maggiori e più originali percussionisti italiani, Piero Borri. Venerdì 6 settembre negli Antichi Chiostri Francescani (17.30) Antonio Paolucci, già ministro dei Beni Culturali e attuale direttore dei Musei Vaticani, parlerà sul tema Dante e l’arte del suo tempo. Lo spunto sarà dato dal canto XI del Purgatorio, nel quale compare, nel girone dei superbi, il miniatore Oderisi da Gubbio che, riconosciuto, ed esaltato da Dante, gli addita, in un sintetico parallelismo tra arti figurative e letteratura, l’estrema vanità della fama terrena. Il senso dell’arte sembra essere proprio, messo da parte il ‘vento’ del successo momentaneo, quello di un continuo sforzo a superarsi in nome di valori superiori. Accompagna la conversazione la lettura di Amerigo Fontani, attore teatrale della scuola di Gassman, protagonista di varie serie televisive e, in La vita è bella, rivale in amore di Benigni. Alle ore 21 in Piazza del Popolo, Michele Placido presenta un nuovo spettacolo creato appositamente per il Festival: Quali colombe. Il grande mattatore affronterà temi d’amore danteschi in compagnia del figlio Brenno (che come la sorella Violante ha seguito le orme del padre) e dell’attrice Linda Gennari in un intreccio virtuoso con le musiche di Luca D’Alberto, noto per le sue collaborazioni proprio con Placido (Re Lear) e Albertazzi (Puccini), con la compagnia di Pina Bausch e con Lars von Trier.
Sabato 7 settembre alle 17.30, ancora un laboratorio di ricerca che si apre. Claudia Villa (docente di letteratura medievale e umanistica all’Università di Bergamo) presenta una nuova interpretazione ‘politica’ e sociale del peccato di Ser Brunetto Latini, il maestro di Dante. Nuovi chiaroscuri si applicano nella visione politica di Dante: ritorna quella Italia umile, libera dai vizi, che sta nel titolo del festival di quest’anno. Accompagna con la sua lettura Sandro Lombardi, attore e scrittore, fondatore dei Magazzini. A seguire Per Francesca e le altre interludio musicale d’ispirazione medievale del Gruppo Zed, scoperto e promosso da Renato Marengo e Michael Pergolani conduttori della trasmissione Demo di Rai Radio Uno. La serata finale in Piazza del Popolo è, come al solito divisa in due parti: nella prima, Fondazione Cassa di Risparmio e Accademia della Crusca attribuiranno il premio ‘Dante Ravenna 2013’ a Virginio Gazzolo, primattore di classe e fine intellettuale, già splendido interprete nelle due precedenti edizioni di spettacoli originali sul De vulgari eloquentia e Vita, costumi e studi di Dante, come li raccontò Giovanni Boccaccio (tratto dal Trattatello in laude di Dante di Boccaccio; trasmesso più volte con successo anche sul canale Rai Storia e richiesto dal ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca per presentarlo nel corso delle Olimpiadi della lingua italiana). Lo festeggeranno a sorpresa anche alcuni dei suoi compagni di vita teatrale; l’attore contraccambierà organizzatori, pubblici e amici, da par suo, con un sottile percorso su Francesca da Rimini. Concluderà la serata e il festival il concerto di Francesco Baccini che vuole anche essere un momento di festa, per lanciare con entusiasmo la prossima edizione. Nel sottolineare anche la disponibilità con cui Baccini ha subito accettato di partecipare al festival: un cantautore la cui poesia sboccia spesso da giochi, assonanze e richiami tra parole, spesso proiettati nel cielo del sovrasenso. Non è trascurare infine la sua ripresa delle canzoni di un altro raffinato cultore dei versi in canzone: Luigi Tenco.
Sabrina Corarze