Ingiustizie, soprusi, maltrattamenti. E’ questo il significato del termine “vessazione” a cui viene dedicata una giornata. A promuoverla è una categoria molto particolare, investita dalla crisi del mattone. Quella dei promotori e degli sviluppatori immobiliari.
Dopo il grande successo della giornata della Collera a febbraio, per mantenere alta la pressione sulle gravi difficoltà in versa il settore dell’immobiliare e delle costruzioni, le Associazioni del settore, e tra queste Aspesi in prima fila, hanno deciso infatti di organizzare una manifestazione dedicata a denunciare le “vessazioni”, ossia le criticità di sistema che devono subire gli operatori e i professionisti nello svolgimento della loro attività.
Mentre i media nazionali in questi giorni riportano i drammatici dati del rapporto immobiliare 2013 realizzato dall’Agenzia delle entrate e dall’Abi secondo cui l’anno scorso si sarebbe verificato un vero e proprio crollo delle compravendite ( – 25,7% sul 2011), poco o nulla invece si sa circa la situazione degli addetti ai lavori dell’indotto del real estate.
Per questo motivo, l’iniziativa, prevista intorno alla fine di giugno, prevede una conferenza stampa in piazza, nel corso della quale verrà presentato ai media – nazionali e milanesi – un documento in corso di elaborazione contenente le principali “vessazioni”, derivanti da norme statali e locali, lamentate dagli operatori.
Tra queste spiccano infatti l’obbligo di pagamento dell’Imi sull’invenduto di società e imprese, sugli immobili in costruzione e sulle aree edificabili, il razionamento delle linee di credito e l’incertezza nei tempi delle procedure.
Senza entrare nel dettaglio delle rivendicazioni formulate, la manifestazione ha il merito di alzare un velo sul malcontento dilagante nel settore del real estate e nel suo indotto secondo un punto di vista sicuramente inedito presso l’opinione pubblica.
Le incognite sul futuro andamento del mattone sono infatti numerose e tutti gli operatori, intermediari in primis stanno cercando, come un medico al capezzale, di sentire “il polso” del mercato e di reagire prima che sia troppo tardi.
Immobiliare.it, ad esempio, si spinge fino a misurare l’Indice sulla fiducia dei consumatori relativo al primo trimestre 2013.
L’analisi delle risposte di un campione di circa 5.000 utenti che si sono rivelati interessati al tema della casa (avendo nei tre mesi precedenti effettuato una ricerca o pubblicato un annuncio immobiliare) rivela come nella percezione degli Italiani stia facendo strada un cauto ottimismo.
La propensione all’acquisto immobiliare torna infatti a salire oltre la soglia psicologica del 50%, arrivando al 55%, ben sei punti percentuali in più rispetto ad un anno fa.
“Da un lato torna la voglia di guardare al mercato della casa, consapevoli che questo sia tempo per trovare buone occasioni d’investimento – dichiara Carlo Giordano, Amministratore Delegato di Gruppo Immobiliare.it – dall’altro resta costante l’idea che vendere ciò che già si possiede sia poco remunerativo, viste le difficoltà a trovare un acquirente. Sono queste due variabili i fattori che il settore deve tenere a mente nel suo tentativo di trovare una soluzione alla forte contrazione del mercato registrata nel 2012”.
Rispetto all’anno precedente cresce di tre punti (72%) la percentuale degli italiani che ritengono che non sia un buon momento per vendere. Quelli convinti che ci siano oggi anche buone opportunità per vendere sono invece il 12% del totale, mentre il 10,5% degli intervistati preferirebbe attendere un altro anno.
Aumenta il numero degli italiani invece in attesa del momento giusto per acquistare di ben 7 punti percentuali: per il 25,2% sarebbe meglio rimandare l’investimento sul mattone di almeno dodici mesi, per assicurarsi che lo scenario sia più stabile.
La percezione relativa all’andamento dei prezzi degli immobili mette invece tutti d’accordo: oltre il 60% del campione intervistato è convinto che questi caleranno ancora (era solo il 39,3% dodici mesi fa).
“Anche se interessati al mercato immobiliare – continua Giordano – gli italiani sono quasi sempre poco consapevoli delle specifiche dinamiche di questo settore: hanno impiegato un anno a metabolizzare la contrazione dei prezzi medi ma adesso danno per scontato che il calo sarà costante anche per tutto il 2013”.
Non tutta la Penisola tuttavia interpreta allo stesso modo l’evoluzione del mercato immobiliare. Rispetto alla rilevazione di aprile 2012, quasi ogni regione registra un aumento, spesso anche di 20 punti percentuali (come nel caso di Abruzzo, Friuli Venezia Giulia e Puglia), della propensione all’acquisto immobiliare: le uniche tre regioni che si scoprono più pessimiste rispetto ad un anno fa sono l’Emilia Romagna e la Basilicata.
Prima in classifica nel primo trimestre 2013 è la Regione delle Marche, che guadagna otto posizioni e ben 14 punti percentuali; di contro, in fondo alla classifica troviamo il Trentino Alto Adige (che pure, rispetto ad un anno fa, guadagna 4 punti percentuali) e la Basilicata (con il 50%). Alcune curiosità: la Calabria è la regione in cui è più alta (arriva al 70%) la percentuale di chi ipotizza un ulteriore calo dei prezzi del mattone, mentre i più convinti che questo sia un buon momento per vendere sono i cittadini dell’Abruzzo.
Il sentiment dei potenziali acquirenti sembra essere in linea nel complesso con le stime elaborate dagli intermediari.
L’Ufficio Studi di Tecnocasa, ad esempio, stima a livello nazionale una discesa sia dei prezzi, compresa tra -6% e -4%, che delle compravendite attorno a 410.000.
Come già accaduto nel 2012, nelle grandi metropoli ci si attende una tenuta dei prezzi prevalentemente nelle aree centrali.
E guardando ancora all’andamento dello scorso anno, Tecnocasa segnala come la distanza tra la capacità di spesa dei potenziali acquirenti e le richieste dei venditori, unita alla maggiore offerta di immobili sul mercato abbiano determinato una contrazione dei valori immobiliari e un aumento delle tempistiche di vendita. Infatti i prezzi nel 2012 hanno segnato per la prima volta una contrazione a due cifre: -10,5% nelle grandi città, -11,1% nei capoluoghi di provincia e -11,6% nell’hinterland delle grandi città. I tempi di vendita sono ancora lunghi (183 gg nelle grandi città, 207 gg nei capoluoghi di provincia e 209 gg nell’hinterland delle grandi città).
Ma ancora una volta la contrazione dei valori ha investito prevalentemente le tipologie usate e in cattivo stato di manutenzione.
Dalla crisi del mattone, tuttavia emergono comportamenti “virtuosi” da parte degli acquirenti: divenuti più attenti e soprattutto meno propensi a realizzare importanti lavori di ristrutturazione privilegiano le abitazioni usate ma in buono stato. Il trilocale ed il bilocale concentrano la maggioranza delle richieste, con bilocale in prevalenza a Milano, Roma, Napoli e Torino.
Se il 2012 di fatto è stato ribattezzato come “l’anno nero del real estate”, il 2013 sembra lasciare intravedere qualche spiraglio di ripresa.
Secondo Tecnocasa nella seconda parte del 2013 potrebbero esserci dei segnali di miglioramento soprattutto se l’economia italiana darà segnali positivi e se i venditori, in particolare coloro che sono ancorati ad una visione di mercato che non è più quella attuale, inizieranno a ribassare i prezzi.