La crisi economica continua a far sentire i propri effetti e i piccoli risparmiatori ne pagano le conseguenze. Tanti non hanno la disponibiità per effettuare investimenti importanti, perciò provano a cercare le soluzioni di conto corrente più vantaggiose nella speranza di ottenere un rendimento, seppur minimo, sul deposito dei propri soldi.

Per quanto la gestione di un conto preveda dei costi minimi, questi sono più o meno alla portata di tutti, il problema che stiamo per affrontare è di ben altra natura: stando ai risultati emersi da un’indagine condotta dall’Osservatorio SuperMoney, un quinto degli italiani non riesce a risparmiare più di 1.000 euro e il 60% non possiede più di 5 mila euro nel proprio conto corrente.

Lo studio ha considerato le richieste di preventivo per un conto on line inviate sul sito da circa 10 mila individui da gennaio a marzo del 2013. Il 17,80% del campione non varca la soglia dei 1.000 euro risparmiati, e quasi il 60% che ha dichiarato risparmi tra i 1000 e i 5 mila euro. Esigue le percentuali che possono contare su quote più considerevoli, con il 10% tra i 5 mila e i 10 mila euro, il 12% i 10 mila e i 50 mila euro e solo il 3% del totale con più di 50 mila euro.

L’analisi della distribuzione geografica ha poi messo in evidenza situazioni molto differenti da regione in regione. I correntisti di Trentino Alto Adige (media risparmio di circa 10.587 euro), Friuli Venezia Giulia (10.113 euro) e Basilicata (10.067 euro) sono risultati i più parsimoniosi. Sicilia e Molise sono invece in fondo alla classifica, con rispettivamente 4775 e 3333 euro. La cifra media presente sul conto corrente degli italiani oggetto dell’indagine si attesta sui 7843 euro.

Significativa l’analisi compiuta a riguardo da Andrea Manfredi, amministratore delegato di SuperMoney: “Questi dati sono un’ulteriore conferma della grave situazione in cui versa il nostro Paese. I depositi sul conto corrente non sono spesso l’unica risorsa delle famiglie italiane, ma sono sicuramente un indicatore del loro benessere e della loro capacità di spesa”.

Di Golem

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