La Corte europea dei diritti dell’uomo ha condannato l’Italia per i respingimenti verso la Libia. Con una sentenza di circa ottanta pagine, all’unanimità la Corte di Strasburgo ha condannato i respingimenti in mare indiscriminati.
Nel caso Hirsi, che riguardava 24 persone, secondo la Corte l’Italia avrebbe violato l’articolo 3 della convenzione sui diritti umani, quello sui trattamenti degradanti e la tortura e per questo dovrà versare 15 mila euro più le spese a 22 delle 24 vittime in quanto due ricorsi non sono stati giudicati ammissibili (la sentenza in lingua inglese è leggibile tra i documenti correlati). I legali dei ricorrenti hanno invece rinunciato alla refusione delle spese di lite chiedendo soltanto il rimborso dei costi sostenuti per partecipare all’udienza che si è svolta a Strasburgo il 22 giugno 2011.
L’Italia ha violato il divieto alle espulsioni collettive, oltre al diritto effettivo per le vittime di fare ricorso presso un tribunale italiano.
Il 6 maggio del 2009 a 35 miglia a sud di Lampedusa, in acque internazioali, le autorità italiane hanno intercettato una nave con a bordo circa 200 persone di nazionalità somala ed eritrea. I migranti sono stati trasbordati su imbarcazioni italiane e riaccompagnati a Tripoli contro la loro volontà, senza essere prima identificati, ascoltati tantomeno informati sulla effettiva destinazione. Gli immigrati non hanno potuto quindi presentare richiesta di protezione internazionale in Italia. 24 di queste 200 sono state rintracciate dal Consiglio Italiano per i Rifugiatie assistite in Libia.
Lo stesso Cir ha incaricato gli avvocati Anton Giulio Lana e Andrea Saccucci dell’Unione forense per la tutela dei diritti umani di presentare ricorso dinanzi alla Corte europea dei diritti dell’uomo.
La Corte ha sottolineato che i diritti dei migranti africani in transito per reggiungere l’Europa sono in Libia sistematicamente violati e che il paese non ha dato un’adeguata protezione contro il rischio di essere rimpatriati verso i paesi di origine dove potrebbero essere perseguitati e uccisi.
Secondo le stime dell’Unhcr più di mille immigrati, compresi bambini, sarebbero stati intercettati dalla Guardia costiera italiana e forzatamente respinti in Libia senza che prima fossero verificati i loro bisogni di protezione. La decisione della corte europea, quindi, rappresenta una importante decisione sui respingimenti attuati dall’Italia verso la Libia dopo gli accordi bilaterali e del trattato di amicizia italo-libico siglati dal Governo Berluconi.
Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, Grande Camera, Hirsi Jamaa e altri contro Italia, sentenza depositata il 23 febbraio 2012