In Italia la pressione fiscale è superiore al 45 % del prodotto, un livello che ha pochi confronti al mondo. Ad affermarlo è il presidente della Corte dei Conti Luigi Giampaolino, intervenuto oggi davanti alla commissione Bilancio della Camera nell’ambito dell’indagine conoscitiva sull’analisi annuale della crescita per il 2012.

Ma non c’è solo la pressione fiscale: stime accreditate, dice Giampaolino, ipotizzano un livello di evasione fiscale dell’ordine del 10-12% del prodotto, cosa che alla fine fa gravare il carico tributario sui contribuenti fedeli (l’intervento è leggibile in allegato). Per questo motivo il presidente della Corte ipotizza che, una volta attenuatesi le condizioni di emergenza, per poter aprire lo spazio ad una riduzione della pressione fiscale, che aiuti il rilancio dell’economia senza compromettere l’equilibrio di bilancio, è necessario lavorare alla riduzione della spesa.
Puntare quindi sulla spesa d’investimanto, la più sacrificata negli ultimi anni, quindi rivedere il sistema degli appalti per le opere infrastrutturali finanziate con fondi privati evitando la frammentazione delle stazioni appaltanti e stabilire una volta per tutte le regole sulla fissazione delle tariffe, che rende aleatorie le previsioni circa il rendimento degli investimenti realizzati.
Puntare quindi sul materiale umano, attraverso l’alta formazione, puntando sulle Università. E solo in parte, secondo Giampaolino, è una questione di risorse ma principalmente di meccanismi e incentivi.
Nel settore della scuola e dell’università, secondo il presidente della Corte dei conti, bisogna introdurre efficaci meccanismi di valutazione dell’impegno di ciascuno, dei risultati individuali e dei risultati delle singole unità organizzative.
Basta, inoltre con i meri tagli lineari, occorre pensare ad una riduzione selettiva della spesa. Un aspetto legato alle politiche di contenimento e di razionalizzazione della spesa è sicuramente il programma di modernizzazione della pubblica amministrazione, volto ad aumentare l’efficienza e la produttività del settore pubblico per contribuire al rilancio della crescita complessiva dell’economia. Riprendere quindi in mano il Piano di e-government 2012 e l’Agenda digitale italiana.
Ed infine, ancora sulla politica fiscale, la Corte dei conti ha sottolineato ancora una volta che la distribuzione del prelievo continua a penalizzare i fattori produttivi rispetto alla tassazione dei consumi e dei patrimoni.
Bene dunque continuare con la lotta all’evasione perchè «l’ampiezza delle dimensioni del fenomeno e la gravità delle distorsioni indotte dall’evasione rendono necessario ricercare ulteriori interventi per un effettivo e duraturo miglioramento della tax compliance».
audizione Camera Corte dei conti 13 marzo 2012

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