Originario dei paesi del Mediterraneo, il coriandolo (Coriandrum Sativum) è una pianta molto utilizzata per uso culinario soprattutto in Oriente. Conosciuto anche come prezzemolo cinese, del coriandolo sono utilizzate sia le foglie, più piccanti e apprezzate soprattutto in Oriente, che i frutti, granelli simili al pepe, gialli e dal sapore dolciastro che ricorda i limoni.
Nella cucina italiana viene poco utilizzato, quasi esclusivamente nella preparazione e aromatizzazione di insaccati. In Marocco è usato nelle marinate e nei ripieni di carne mentre in Egitto viene abbinato ai fagioli. Le foglie di coriandolo sono presenti anche in molte pietanze messicane. Nell’Europa centrale i semi di coriandolo insaporiscono la cacciagione, i sottaceti e le salamoie, le verdure e i funghi. Nei Balcani è una spezia molo apprezzata per insaporire il pane, la frutta e alcuni dolci. Il coriandolo è usato nella preparazione di liquori e digestivi, lo troviamo, ad esempio, nel Ratafià, nel Gin e nello Chartreuse.
La parola coriandolo deriva dal termine latino Coriandrum che a sua volta trova le radici nella parola greca corys (cimice), seguita dal suffisso –ander (somigliante). Il nome di questa pianta si riferisce allo sgradevole odore che emana fino al periodo della maturazione dei frutti, simile a quello delle cimici. Per questo motivo la pianta del coriandolo è conosciuta anche come erba cimicina. Il coriandolo era molto conosciuto in antichità e Plinio il Vecchio suggeriva di mettere alcuni semi di coriandolo sotto il cuscino per prevenire febbre e mal di testa. Altra curiosità legata al nome di questa spezia è il motivo per cui oggi chiamiamo coriandoli i pezzetti di carta colorata che per tradizione si lanciano a Carnevale: nel XV secolo durante i festeggiamenti si lanciavano confetti che spesso consistevano in semi di coriandolo glassati. A causa dell’elevato costo, nel tempo, questi dolcetti di zucchero si sono trasformati fino a diventare i dischetti di carta che conosciamo oggi e che hanno mantenuto il nome della spezia che hanno sostituito.
Da un punto di vista fitoterapico il coriandolo è un eccellente antispasmodico in grado di agire sulla muscolatura liscia controllandone i movimenti involontari. Per questo motivo, sin dai tempi antichi il coriandolo è impiegato per il riequilibrio delle funzioni dell’apparato digerente, dal semplice gonfiore intestinale alla cattiva digestione, alle coliche di diversa natura. L’azione carminativa lo rende utile in caso di meteorismo e peristalsi troppo frequente. La proprietà stimolante rende il coriandolo un ottimo rimedio in caso di inappetenza, convalescenze e affaticamento psico-fisico. Per uso esterno, è utile per combattere dolori reumatici e artrosi. Infine, l’uso di semi di coriandolo è consigliabile ai celiaci in quanto non contengono glutine.