Il congresso straordinario forense è alle porte e l’avvocatura è in fermento. Le questioni da affrontare tante e lo svolgimento non si preannuncia facile.
In pochi giorni il Comitato Organizzatore si è riunito 6 volte e tra le varie componenti c’è divergenza di opinione. Secondo il Cnf l’ordine del giorno del congresso dovrebbe essere limitato esclusivamente agli argomenti più scottanti, su cui vi sarebbe una convergenza di massima, secondo a Cassa forense dovrebbe essere dato spazio al momento di protesta.
Intanto il ministro della Giustizia Severino ha concordato con l’avvocatura il termine del 20 aprile per ricevere suggerimenti o anche articolati utili alla stesura del decreto del Presidente della Repubblica sull’attuazione dell’articolo 3 del decreto di Ferragosto.
La partecipazione è massiccia, dal momento che allo stato sono iscritti oltre 1700 delegati: l’Ordine di Milano, ospitante il congresso, ha chiesto di regolamentare il più possibile lo svolgimento dei lavori, visto proprio il numero elevato dei partecipanti.
Tutto questo ha portato l’Associazione nazionale forense a chiedere ai vertici di Cnf, Oua, Cassa e Ordine ospitante, di garantire un confronto aperto e ampio.
«Il Congresso nazionale straordinario dell’avvocatura che si terrà il 23 e 24 marzo a Milano giunge in uno dei momenti più delicati e difficili per il futuro della professione forense in Italia. Proprio per l’importanza dell’appuntamento e per il peso dei temi che devono essere affrontati auspichiamo che vi sia la volontà di tutti di favorire un confronto quanto più aperto e sincero possibile, perché cercare di mettere il silenziatore, come pure qualcuno pensa di poter fare, sarebbe una pericolosa arma a doppio taglio». Lo ha dichiarato il segretario generale dell’A.N.F., Ester Perifano, che ha aggiunto – «Al Congresso di Milano sono iscritti, sinora, oltre 1700 avvocati, che intendono partecipare a pieno titolo e vogliono decidere delle proprie sorti.
Sarebbe dunque un errore grave se del Congresso si volesse fare una kermesse vuota di contenuti, dove il menu è stato già deciso da pochi, ben chiusi nella stanza dei bottoni.
I problemi da affrontare – ha continuato Perifano – sono ancora tutti sul tavolo, a partire dai temi più spinosi come la media conciliazione obbligatoria e l’attuazione dell’art.3 della manovra d’agosto sui principi della riforma professionale. Rifiutare il confronto non può che essere foriero di conseguenze negative che, inevitabilmente, si ripercuoteranno su tutti noi.
E’ bene ricordare, a questo proposito, che il Congresso Nazionale Forense è l’assemblea generale dell’Avvocatura e rappresenta il momento di confluenza di tutte le sue componenti, determina gli indirizzi generali dell’Avvocatura, formulando proposte sui temi della giustizia e della tutela dei diritti fondamentali dei cittadini nonchè sulle questioni che riguardano la professione forense».
«Ci auguriamo – ha concluso Perifano – che prevalga il senso di responsabilità e non si scelga, scientemente, di soffocare il dibattito».