Un intervento fortemente politico quello del presidente Ucpi, che ha criticato gli ultimi dieci anni di politica e di iniziative legislative estemporanee e a volte deleterie per il settore Giustizia.
Al centro del dibattito di questa tre giorni di congresso straordinario dal titolo “Dove eravamo rimasti: l’avvocato penalista tra nuovo statuto e vecchia giustizia”, le riforme della Giustizia e il nuovo statuto dell’avvocatura .
Molte le accuse al legislatore di ieri e di oggi: “Si deve abbandonare la via della legislazione episodica e slegata da un disegno complessivo”, le tante agognate riforme, seppure tanto annunciate in pompa magna, non sono mai arrivate e questo il presidente dell’Ucpi lo ha ricordato. “Nonostante i richiami espliciti provenienti dalla Presidenza della Repubblica – ha detto Spigarelli – l’idea di intervenire con una riforma di struttura non ha fatto un passo avanti anche – ma ovviamente non solo – per la strenua opposizione della magistratura”. E a proposito di magistratura il presidente ha affermato che “Nessuno può negare che il CSM, e le correnti della magistratura che lo dominano, andrebbe riformato nella sua conformazione proprio per scongiurare che quelle stesse correnti continuino, come autorevolmente sostenuto da chi ben conosce quella realtà, ad essere “una fabbrica di carriere”.
Una magistratura che è stata sempre un interlocutore privilegiato: “Si ripete come un refrain – ha detto Spigarelli – che per fare le riforme della Giustizia occorre avere una maggioranza assoluta, quando invece basterebbe evitare di discuterne solo per interesse di parte, finendo così per offrire i migliori – o forse solo i meno vieti – argomenti ai fautori dell’immobilismo. Oggi si dice che la questione è una conditio sine qua non, ma fino a ieri ogni possibile scorciatoia è stata seguita pur di contrattare una via di uscita giudiziaria per le vicende dell’ex premier, pagando il prezzo della mancata riforma come unica moneta, avariata, nei rapporti con la magistratura”.
La separazione delle carriere, il controllo democratico sull’esercizio dell’azione penale, poi, vengono secondo Spigarelli impugnate come armi da utilizzare contro la magistratura, quando invece l’argomento ha una sua storia, una dignità scientifica e una collocazione alta nel pensiero giuridico.
Ma soprattutto, “per l’ennesima volta, si scolora nei tempi e nei modi un’iniziativa che dovrebbe essere condotta in nome di tutti e non legandola al destino personale e giudiziario di un leader”.
Tra le riforme sbagliate, c’è quella della nuova geografia giudiziaria, per Spigarelli, una summa di errori. “Abbiamo sempre ribadito che agire solo in nome della spending review sarebbe stato fallimentare proprio per la trasversalità ottusa che avrebbe finito per rendere irrazionale ed ingiusta la riforma”. Ma i politici non hanno dato buona prova di sé e “anche l’avvocatura ha avuto, in alcune sue espressioni, riflessi di opposizione senza distinguo e privi di un concreto apporto costruttivo, limitandosi a cavalcare le proteste”.
Nel lungo intervento (leggibile in allegato) c’è stato spazio anche per i rapporti con il resto dell’Avvocatura e Spigarelli sottolinea la necessità di respingere qualsiasi deriva corporativa.
Nell’ultimo anno – ha detto il presidente Ucpi – ci sono state molte occasioni di contrasto tra avvocati e governi che si sono succeduti. Quando si sono verificati attacchi ingiustificati alla funzione complessiva dell’avvocato, la risposta dell’Unione si è unita a quella della totalità degli avvocati.
La rappresentanza dell’avvocatura – ha affermato – va cambiata radicalmente passando al “modello federativo proposto dall’Unione abbandonando quindi il modello Oua che per i penalisti continua a rimanere del tutto inaccettabile”.
E ancora, lo spigoloso argomento della formazione e soprattutto delle Scuole di formazione, che diverse polemiche aveva suscitato anche all’interno dell’Unione. Spigarelli ha voluto sottolineare il merito delle Camere penali di aver creato prima di altre componenti dell’avvocatura un circuito virtuoso di aggiornamento “di cui possiamo vantarci e che abbiamo mantenuto e consolidato”. Passaggio obbligato anche il riferimento alla società Gnosis Srl, definita uno strumento adottato per perseguire l’obiettivo della specializzazione. Uno strumento adottato per ” per motivi organizzativi, fiscali ed amministrativi, ed ora che bene o male hanno assolto alla loro funzione, insieme alle Camere Penali li cambieremo non tanto perché si siano rivelati il veicolo di una deriva imprenditoriale dell’Unione, quanto per adeguarli allo scopo”.
Spigarelli poi infine rivendicato il ruolo delle Camere penali nell’importante battaglia per la situazione delle carceri italiane: le coscienze si stanno muovendo, ha affermato anche se per l’ennesima volta va denunciato – ha affermato – che manca il coraggio politico di adottare le soluzioni per migliorare le condizioni di detenzione.