Dopo le concitate discussioni dei giorni precedenti il XXXI congresso forense conclude i suoi lavori votando i documenti che vincoleranno nei prossimi anni l’azione degli organismi rappresentativi dell’avvocatura (saranno inviati lunedì). Sono state approvate mozioni sulla liberalizzazione  della professione, sul funzionamento dell’ordinamento giuridico, sulla tutela dell’autonomia della cassa forense, sul radicale mutamento dell’accesso alla professione e più in generale sulla riforma forense in esame in Parlamento e altri che stigmatizzano la situazione carceraria italiana, che respingono la rottamazione del processo civile (no all’appello cassatorio e all’aumento del contributo unificato), che rifiutano senza mezzi termini l’obbligatorietà della mediaconciliazione e il taglio di circa 1000 sedi giudiziarie (queste ultime per acclamazione).

I lavori del congresso confermano pertanto gli indirizzi auspicati dall’Organismo Unitario dell’Avvocatura (OUA) e del suo Presidente Maurizio De Tilla, che in questi giorni aveva ribadito la propria avversità al processo di «privatizzazione» del sistema giudiziario e a quei provvedimenti che aggravavano la distanza «tra un’avvocatura d’élite e una debole economicamente e politicamente».

De Tilla ha sottolineato: «Il congresso ha vinto e ha dato una grande prova di unità. Un grande risultato è stata la campagna di ricorsi alla Consulta avanzata dall’Oua e dai diversi ordini, e di fronte ai tentativi di colpi di mano in corso al Senato alla legge di stabilità, la nostra reazione è stata pronta e unanime e  a conferma di questa determinazione giungono le dichiarazioni del Presidente del Senato Renato Schifani, oggi qui a Bari, che sottolineano l’inopportunità di un emendamento estraneo all’oggetto della legge, che mira a reintrodurre maldestramente quell’obbligatorietà già giudicata incostituzionale. Sulla stessa linea, continua l’iniziativa contro la chiusura di circa 1000 uffici giudiziari, l’Oua ha già presentato ricorsi ai TAR Sardegna (fissata per il 23 gennaio la decisione nel merito), Lazio, Emilia-Romagna e Basilicata, la cui discussione è prossima. L’intera questione riguarda la soppressione di ben 31 Tribunali, 220 Sezioni distaccate e 600 Uffici di giudici di pace, per un totale di 1000 uffici giudiziari su 1400 esistenti. E’ come sopprimere due Tribunali su tre. E il primo rinvio lo abbiamo già registrato alla Consulta del tribunale di Pinerolo».

In questa assise si è svolto un’attività fondamentale per raggiungere risultati importanti su un tema complesso e dibattuto come la riforma forense. «Un provvedimento – chiarisce il presidente Oua – che dovrà, comunque, essere approvato in tempi brevi, ma che necessita nella prossima legislatura delle necessarie e non più eludibili modifiche in tema di governance, tirocinio e formazione continua e, più in generale, con interventi concreti a favore dei giovani; nonché, nell’immediato, sul numero programmato per i corsi di laurea.
Positiva l’approvazione di mozioni a tutela delle donne e per avviare politiche serie sulle pari opportunità.
Di grande rilevanza l’impegno per superare la scandalosa emergenza carceraria nel nostro Paese.
Significative in questo senso le parole del Governatore della Puglia, Nichi Vendola, intervenuto oggi a Bari.
Ed è importante anche la sua riflessione contro l’abolizione delle tariffe e la pervasività del mercato. Infine un ringraziamento al presidente del Senato Renato Schifani che ha ricordato ancora una volta l’importanza di intervenire sui nove milioni di giudizi penali e civili pendenti. In questo senso l’Oua ha più volte presentato diverse proposte che riassumiamo sinteticamente: servono più risorse economiche e più personale, ma anche una riorganizzazione degli uffici, un’implementazione del processo telematico e dell’innovazione tecnologica l’autogestione degli stanziamenti e del bilancio della giustizia, per una riforma della magistratura laica e dell’appello (senza inutili filtri e multe).
Ma anche un’implementazione, senza costi e senza obbligatorietà, degli strumenti extragiudiziali».

Di Golem

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