Il Congresso straordinario forense si e’ chiuso con l’approvazione di 15 mozioni, ma se da un lato il Cnf parla di Avvocatura unita contro le liberalizzazioni, dall’altro l’Anf recrimina la mancanza di confronto L’avvocatura presenterà un proposta di revisione del progetto di legge di riforma della professione forense all’esame del Parlamento. La revisione, pur tenendo conto dei recenti interventi legislativi tra Manovre e Cresci-Italia, ribadirà la specificità dell’avvocatura e la sua funzione costituzionale di tutela dei diritti dei cittadini. Lo ha stabilito il Congresso straordinario dell’avvocatura con l’approvazione delle mozioni conclusive. Dall’assise dell’avvocatura (oltre 2000 legali) è arrivato un netto rifiuto ai progetti governativi di “liberalizzazione” della professione, attuati con regolamenti ministeriali sottratti al controllo del parlamento. Il Congresso dunque ha dato così mandato ai vertici dell’avvocatura a sostenere la proposta di legge già approvata dal Senato e oggi all’esame della commissione giustizia della camera e di lavorare ad alcune sue modifiche tenendo conto delle novità legislative intervenute da agosto ad oggi (da ultimo il decreto Cresci-Italia). Tutto dovrà essere fatto il prima possibile. “Dal Congresso viene un forte invito all’unità in un momento in cui l’avvocatura deve fronteggiare la iniziative governative che con l’uso ideologico del diritto comunitario e del’emergenza economica pretenderebbero di mortificare la funzione dell’avvocatura, asservendola a una logica mercantile. L’avvocatura coralmente ha detto no: i diritti non sono merce”, ha commentato il vicepresidente del Cnf, Ubaldo Perfetti. Le altre mozioni hanno riguardato tutte le altre questioni sensibili: dalle riforme sulla giustizia al tirocinio dei praticanti. E’ stata approvata la mozione che prevede la promozione di un referendum popolare abrogativo della obbligatorietà della mediazione; quella sulla geografia giudiziaria; quella sull’istituzione del tribunale delle imprese, ritenuta incostituzionale e socialmente iniqua; sulle tariffe il Congresso ha stabilito di perseguire la reintroduzione delle tariffe e dei minimi inderogabili, di sanzionare con la nullità l’accordo su un compenso manifestamente inadeguato alla prestazione e prevederne un illecito deontologico, così come per il preventivo di massima; sulle società di avvocato la decisione è stata quella di chiederne l’abrogazione secca; altre mozioni hanno riguardato tirocinio (effettivo e con equo compenso), giustizia tributaria, giustizia amministrativa. Di diverso avviso, pero’ l’Associazione nazionale forense che ha parlato di aspettative deluse. “Non stupisce l’esito del Congresso Forense, che date le premesse era assolutamente scontato: sono arrivate in votazione solo i documenti graditi ai vertici, d’altronde la composizione stessa della commissione dedicata alle mozioni politiche era formata esclusivamente da chi risponde ad essi. Infatti di oltre 60 mozioni presentate ne sono state ammesse a votazione solo 15, mentre le altre sono state escluse con motivazioni incomprensibili. Prendiamo atto che si e’ trattato, da parte di OUA, CNF e Cassa di un scelta precisa, della quale si assumono la responsabilita ‘ di fronte all’intera categoria.” Lo dichiara Ester Perifano, segretario generale dell’Associazione Nazionale Forense. “La rappresentanza dell’avvocatura presente a Milano – continua – si chiede giustamente come mai , nonostante proteste di piazza prolungate e fiumi di inchiostro spesi per dimostrare che i provvedimenti che ci riguardano sono illegittimi, ancora ad oggi non si sia portato a casa alcun risultato. Sapranno certo spiegarcelo i Presidenti, ma nel frattempo,per quanto ci riguarda non faremo cadere nel vuoto l’invito a collaborare che ci ha rivolto il Ministro della Giustizia, che ha gia’ preannunciato l’apertura di nuovi tavoli su tutte le problematiche che ci riguardano, e continueremo a lavorare per mantenere, e se possibile, ravvivare il colloquio e il confronto con il Governo e il Parlamento.” “E’ la strada da seguire, in quanto siamo convinti che, diversamente, tutto quello che deve ancora accadere ci passerebbe sulla testa esattamente come e’ avvenuto da luglio in avanti, nella perdurante inerzia di chi oggi canta vittoria” – conclude Perifano.