La Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome (abbreviata in Stato-Regioni) è un organo dello Stato funzionale alla leale e corretta collaborazione tra istituzioni centrali e locali. La Conferenza viene chiamata ad esprimere un parere consultivo in merito a tutti gli atti concernenti le materie di competenza concorrente o esclusiva delle Regioni, in base al dettato costituzionale fornito dal titolo V. Sono pertanto esclusi gli atti di interesse strettamente nazionale, quali ad esempio quelli relativi alla difesa o alla politica estera.
La Conferenza Stato-Regioni nasce nel 1983 nell’ambito di un comitato interministeriale, ma assume il carattere permanente solamente nel 1988, quando viene stabilita la frequenza semestrale degli incontri. Nel 1997, grazie ad uno specifico decreto legislativo nell’ambito della Legge Bassanini, l’organo viene definitivamente regolato, specie sotto il profilo delle funzioni e dei poteri consultivi. Viene inoltre unificato, per quanto riguarda le questioni di comune interesse, all’omologa conferenza Stato-Città (cosiddetta “Conferenza Unificata”), competente per gli atti rivolti esclusivamente ai comuni.
La Conferenza è presieduta dal Presidente del Consiglio dei Ministri, mentre vice-presidente è il Ministro per gli Affari Regionali. Partecipano ai lavori tutti i governatori di regione ed i presidenti delle Province Autonome, oltre ad eventuali ministri responsabili della materia oggetto di discussione. Gli strumenti a disposizione della Conferenza sono le “intese” e gli “accordi”, finalizzati al raggiungimento del consenso su atti che interessano gli ordinamenti regionali. In caso di mancata ratifica di una specifica intesa, il governo può procedere unilateralmente all’approvazione dell’atto, a condizione dell’esistenza di una “motivata urgenza”.
L’assemblea si occupa sostanzialmente di “promuove il coordinamento della programmazione statale e regionale”, assicurando “lo scambio di dati ed informazioni tra il Governo, le regioni e le province autonome.” Una delle principali funzioni riguarda la definizione dei criteri di ripartizione delle risorse finanziarie, attraverso cui le Regioni ricevono i proventi della tassazione nazionale. La Conferenza elabora inoltre proposte ed suggerimenti in materia di leggi regionali, funzionamento della sanità e pubblica istruzione. La consultazione da parte del governo è obbligatoria in tutti i casi previsti dalla legge, tra cui la discussione sul bilancio preventivo dello Stato e sui rapporti con l’Unione Europea per le politiche regionali. (Luigi Borrelli)