Il presidente è intervenuto oggi alla giornata di apertura della Conferenza di Napoli: “Alla politica abbiamo già avanzato proposte concrete perché Giustizia e Avvocatura non siano più umiliate”.
“Giustizia incivile, deriva senza fondo, deriva improponibile. Sono giudizi non dell’Avvocatura ma di studiosi del diritto di fronte allo stato in cui versa il sistema giustizia anche in conseguenza degli ultimi interventi normativi. Negli ultimi 20 anni sono state 14 le cosiddette riforme del processo civile senza che la effettività dei diritti dei cittadini che si affidano alla giustizia sia garantita”.
Il presidente del Consiglio Nazionale Forense, Guido Alpa, è intervenuto oggi alla giornata inaugurale della Conferenza Nazionale dell’Avvocatura che si è aperta a Napoli in un clima che testimonia il grave disagio che vive l’Avvocatura in questo momento. “Di fronte a una deriva normativa che tende a trasformare la giustizia in una eventualità basata sul censo, l’Avvocatura deve riaffermare innanzitutto il diritto dei cittadini ad ottenere la tutela dei propri diritti.
Per questo abbiamo già avanzato proposte concrete alla politica : il contributo dell’Avvocatura per lo smaltimento dell’arretrato, l’introduzione di nuovi e alternativi sistemi di risoluzione delle controversie e la partecipazione obbligatoria degli avvocati nell’ufficio legislativo del Ministero della Giustizia. E’ essenziale per il sistema che l’Avvocatura partecipi alla produzione delle norme di settore. Molti errori macroscopici si sarebbero potuti evitare: il processo civile tra filtri e alti costi è diventato un supplizio. Alcune proposte poi sono inaccettabili, come la motivazione a pagamento e la responsabilità solidale tra avvocati e clienti in caso in cui il giudice accerti la temerarietà di una lite”.